In attesa dell’ultima stagione che arriverà probabilmente in autunno vediamo le prime cinque stagioni dell’acclamata serie The Crown. Questo show racconta la vita della regina Elizabeth II, fin dalla sua ascesa al trono.
La storia si svolge tra Buckingham Palace e il numero 10 di Downing Street, due luoghi di fama mondiale di cui verranno svelati i segreti, gli amori e gli intrighi che hanno plasmato i grandi eventi della seconda metà del XX secolo. Più di tutto è una seria ben studiata, incentrata sulla grande e complessa famiglia reale, sul prestigio, sulle luci e le ombre della Corona di una grande nazione. Scritta da Peter Morgan, è disponibile su Netflix.Â
Recensione generale
Non pensavo di potermi appassionare alla serie data la lentezza e la grande rilevanza attribuita agli eventi sociali e politici della società inglese. Tuttavia sono un’appassionata di storia, non potevo esimermi dall’andar avanti. Alla fine il mio zelo è stato ripagato.
Un’ottima fotografia e anche una regia degna di una grande serie. Una colonna sonora coinvolgente, dialoghi sì molto ardui da seguire, episodi lenti e a volte pesanti, ma altrettanto ben scritti. Un’accuratezza storica e grande fedeltà ai costumi e al calibro dei personaggi presentati. Pieno di esatte descrizioni storiche.
Il cast è stato ben scelto. Ovviamente cambia a seconda delle epoche e dell’ordine cronologico. Dalla prima all’ultima stagione vediamo volti noti e meno noti. Ogni attore ha dato sicuramente il giusto spessore a ciascun personaggio, anche chi ha goduto di un tempo minore sullo schermo.
Molti episodi sono stati estremamente descrittivi e lenti tanto da esasperarmi, ma la maggior parte invece ha saputo fare degli scatti di qualità narrativa che mi hanno davvero rapita e spinta a proseguire senza alcuna esitazione.
Ho visto delle grandi interpretazioni, con dialoghi curati e super realistici, scene che non possono essere assolutamente pura invenzione dello show runner.
Le prime due stagioni: il destino di una regina
Le prime due stagioni si basano molto sull’ascesa della regina Elisabetta II. La vediamo apprendere da Churchill e da altri grandi mentori che tenta di rappresentare al meglio un’istituzione tanto antica, quando esemplare.
La giovane regina è la grandiosa Claire Foy è affiancata costantemente dai membri della famiglia reale, quali la regina madre, sua sorella Margaret (Vanessa Kirby) che è la ribelle di casa e anche l’opposto di sua sorella maggiore.
Ho amato il principe Filippo (Matt Smith) star incontrastata di House of Dragon, che da a sua volta spessore e carattere, nonché filo da torcere alla sovrana ligia al dovere e all’onore. Con le sue gesta e i continui battibecchi è una frizzata di aria fresca nella vita e nella serie troppo metodica e lenta almeno inizialmente.
Tra diverse gravi crisi di governo e le conseguenze della seconda guerra mondiale, il pugno duro di Churchill e le vicissitudini storiche vedono i reali al centro di intrighi e discussioni. Quando la famiglia cresce conosciamo i principi reali Carlo, Anna, e poi Andrea ed Edoardo.
Nonostante gli impegni di corte e le divergenze di vedute, Filippo ed Elisabetta che sono prima di ogni cosa sovrani di un impero, provano a occuparsi della propria progenie anche se sempre più frequentemente gli impegni di stato vanno a discapito dei loro doveri genitoriali. Ma i due tentano comunque tra una crisi e l’altra, di tenere unita la famiglia.
Terza e quarta stagione: Carlo, Diana e Camilla
Vi è giustamente un cambio cast e un grande balzo in avanti nella storia, Elisabetta (Olivia Colman) dopo Claire Foy dona una grandissima performance attoriale, facendoci risentire meno del saluto all’attrice a cui ci eravamo affezionati. Vale lo stesso per Filippo (Tobias Menzies) che da giovane sognatore, marito ribelle, pilota e soldato indomabile acquisisce più maturità e addolcisce leggermente alcuni aspetti del suo carattere.
La principessa Margaret (Helena Boham Carter) è la prima della famiglia reale a far risaltare la sua grande solitudine, la sua voglia di rompere gli argini, la sua ricerca d’amore e un senso in una vita fatta di agi, ma soprattutto di doveri ed etichetta. Questa cosa, questa evasione non perfettamente riuscita come la storia ci ha insegnato è stata poi seguita in pieno da Diana.
Qui infatti il giovane Carlo (Josh O’Connor) inizia ad avere un ruolo di maggiore risalto e tutto il tempo ci chiediamo quando entrerà in scena lei. Prima che questo avvenga, vediamo crescere l’insoddisfazione del principe di Galles per il ruolo che gli è imposto, per l’attesa che gli viene imposta e soprattutto per l’amore che gli viene negato.
I sentimenti per Camilla Parker Bowls (Emerald Fennell) sono da subito prorompenti. Allo spettatore diviene subito chiaro che questi non ha e non avrà probabilmente mai occhi che per lei, eppure quando la giovane Diana Spencer (Emma Corrin) si affaccia alla storia, tutti noi ne restiamo incantati e continuiamo a sperare che sarà lo stesso per Carlo.
La quarta stagione anche se gravata della situazione politica e della fervente leadership della lady di ferro Margaret Tatcher. Nel ruolo vediamo Gillian Anderson, strepitosa nel ruolo.
Tuttavia questa stagione è senza dubbio la stagione di Diana. La principessa triste ci regala una performance incredibile. Dando risalto a tutta l’emotività , la fragilità e la grandezza dell’anima di colei, che a ragion veduta è diventata la figura più nota del secolo.
Quinta stagione: Il complesso della regina Vittoria
Ancora un veloce scatto in avanti ed Elisabetta diventa la perfida professoressa Umbridge, conosciuta in Harry Potter, sto parlando di Imelda Staunton. Al suo fianco è il fedele consorte Filippo interpretato da Jonathan Pryce.
La regina è ormai considerata troppo anziana per regnare, degna della pensione come il suo yacht reale il Britannia. La metafora è fin troppo dura, ma anche realistica. La stampa attribuisce alla regina il complesso della regina Vittoria.
Come la sua antenata è diventata incapace di cedere lo scettro a suo figlio, che si sente pronto e ligio al cambiamento e alla guida di una nazione ormai entrata negli anni 90 e bramosa di cambiamenti e novità .
Ho notato anche qui degli episodi più lenti e delle spiegazioni fin troppo lunghe, ma devo ammettere di aver apprezzato il focus sulla famiglia Al-fayed. Ridondante e per nulla utile invece l’accostamento storico del lignaggio del duca di Edimburgo con i Romanov.
Come è naturale cambiano anche tutti gli altri membri della famiglia e Carlo e Diana interpretati da Dominic West e Elizabeth Debicki, sono sicuramente più maturi e più stanchi dell’enorme farsa che è il loro matrimonio.
La stagione attira l’attenzione sulle note interviste dell’epoca, sopratutto quelle rilasciate da Lady D, per il libro e per i canali a cui con coraggio si aprì, spiegando tutte le ragioni della sua sofferenza e dell’allontanamento dalla famiglia reale.
In definitiva
In attesa della nuova e ultima stagione che segnerà la chiusura definitiva della serie, sono felice di aver approfondito la conoscenza sulla famiglia reale più famosa del mondo.
Mi definisco soddisfatta e fiduciosa che l’epilogo sarà il giusto finale per una storia che stentavo a credere così complessa, ma allo stesso tempo interessante.
The Crown merita appieno la fama che le è stata accreditata in tutti questi anni e, nel bene e nel male, resterà tra le serie che mi hanno maggiormente affascinata e colpita nell’ultimo periodo.
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