Ho appena concluso la mia visione della seconda stagione di Good Omens e molte riflessioni si rincorrono nella mia mente. Mi ha soddisfatto? Non proprio.

La serie brittanica-statunitense ha esordito nel 2019, due anni dopo è stata annunciata l’uscita di una seconda stagione che ha appena esordito sulla piattaforma Prime video, ed è stata annunciata la terza.

Diretta da Douglas Mackinnon e basata sul romanzo di Terry Pratchett Neil Gaiman del 1990: Buona Apocalisse a tutti! 

Sarò onesta, il tono ironico, caricaturale non mi ha disturbato molto nel corso della prima stagione, che sembrava basata su un’idea davvero buona, ma questa seconda, l’ho trovata forzata e sciocca.

Unpopular opinion, i Know! 

Ma purtroppo la penso così. La storia verte intorno ai due protagonisti, l’angelo Aziraphel (Michael Sheen famosissimo per i molti ruoli e soprattutto per Underworld, Twilight saga) e il demone Crowley (David Tennant visto in Jessica Jones, Harry Potter e doctor who). Nonostante appartengano a fazioni opposte, i due esseri soprannaturali stringono segretamente un’alleanza di lunga data che si tramuta in un forte rapporto di amicizia e complicità.

Good Omens – Trame della prima e della seconda stagione

Good Omens Poster

Good Omens Poster© by Amazon Studios

Nel 2018 era previsto l’avvento dell’Apocalisse, atta a condurre verso la battaglia finale tra Paradiso e Inferno. Questa verrà innescata dalla presa di potere dell’anticristo, incarnato in un bambino inglese di nome Adam.

Aziraphale e Crowley, essendosi affezionati alla vita e alle usanze terrestri, decidono di scongiurare l’avvenimento. Al contempo, si mobilita per fermare l’Apocalisse anche Anathema Device, ultima discendente della strega profeta Agnes Nutter (autrice di un importante libro di profezie), insieme all’impacciato tecnico informatico Newton Pulsifer, mentre i quattro Cavalieri dell’Apocalisse (Guerra, Carestia, Inquinamento e Morte) vengono chiamati per dare inizio alla fine del mondo.

Due anni dopo la mancata Apocalisse, Aziraphale e Crowley mandano avanti la loro esistenza tra gli esseri umani dopo essersi distaccati dalle rispettive fazioni. Le cose cambiano quando l’arcangelo Gabriele si presenta alla libreria di Aziraphale privo di memoria, preannunciando un evento catastrofico imminente: Aziraphale e Crowley nascondono Gabriele da Paradiso e dall’Inferno mentre cercano di risolvere il mistero. Nel mentre, tentano di aiutare la relazione amorosa tra due umane.

I personaggi

Partiamo dal presupposto che la caratterizzazione dei protagonisti poteva essere meno scontata e banale, dal mio amato Gaiman mi sarei aspettata molto, ma molto più impegno. Sembrano Stanlio e Olio dell’altro mondo. E trovo anche forzato il loro legame sentimentale.

David Tennant (Crowley), Michael Sheen (Aziraphale)

David Tennant (Crowley), Michael Sheen (Aziraphale)© by Amazon Studios

I demoni per me dovrebbero essere oscuri fino al midollo o al massimo accetterei una redenzione finale. Ma non mi piace questa tinta grigia della personalità di Crowley.

Nonostante l’interpretazione sbarazzina, leggera e dalla vena estremamente comica impressa nella sceneggiatura, Tennant non è un pessimo interprete, anzi. La colpa non è sua se più che un essere infernale, è stato rappresentato come una mera caricatura di un demone. Lui ce la mette tutta e si diverte. Un attore come lui è perfetto sia nel ruolo del cattivo che del buono. Purtroppo qui è nel mezzo.

Dipinto con uno stile da rockstar, appare come un essere che vuole uscire dagli schemi e ci è riuscito. Eppure a me non piace ciò che il ruolo gli impone. Avrei preferito piuttosto vedere una lotta tra bene e male, cosa che non poteva avvenire in questa serie e anche un aspetto che non me la fa apprezzare.

Sheen d’altro canto, è la perfetta controparte di un demone troppo buono. Un angelo che è troppo umano, attratto dall’arte, dalla musica, dall’umanità. Semplice, buono, votato al perdono, soltanto lui avrebbe potuto accettare Crowley nella sua complessità, ma è totalmente imbranato. Un perfetto tizio inglese, perbenista come tanti. Non ha proprio nulla di angelico, a parer mio.

Non critico la capacità dell’attore, badate bene, ma anche su di lui è stato tessuto una caratterizzazione che proprio non amo. Un’umanizzazione esagerata e  forzata di tuoi personaggi che sono stati assolutamente sminuiti e ridicolizzati. Per quanto riguarda gli altri angeli e i demoni. Non ne ho apprezzato nessuno. Scialbi, ridicoli, un pò inutili.

Il legame tra i due protagonisti

David Tennant (Crowley), Michael Sheen (Aziraphale)

David Tennant (Crowley), Michael Sheen (Aziraphale)© by Amazon Studios

Forse avrei preferito in linea generale un tono più oscuro, più serio, all’American gods o alla Sandman, altre storie di Neil Gaiman che personalmente ho apprezzato molto di più. In fondo so che non era questo l’intento degli autori quindi il tutto si riduce a un mio problema di gradimento.

Posso comunque dire a favore, che il cast è davvero buono, la fotografia non è malvagia, gli effetti sono sufficientemente buoni. In fondo è leggera, nonsense, di poche pretese. Un pochino mi incuriosisce immaginare come andrà a finire la prossima stagione, ma sicuramente non è tra quelle che attendo di guardare con ardore e per me lascia il tempo che trova.

I due pilastri della serie Crowley e Aziraphale in fondo sono divertenti ed è l’unica cosa per cui vale la pena continuare a vedere  Good omens. Non è tanto per la storia in sé che è davvero semplice e banale, come dicevo ha poco senso, ma mi interessa l’approfondimento tra i due, le loro dinamiche personali e caratteriali che li rendono speculari eppure opposti.

Come a dire che gli opposti si attraggono, nessuno dei due funzionerebbe bene senza l’altro ed è una metafora della vita. In fondo abbiamo tutti bisogno di quella persona nella vita che sia l’altra metà di noi stessi e senza il quale, non potremmo crescere.

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