Ospite del nostro portale c’è un’artista nocerina esperta sia in tecniche digitali che analogiche. Una grande appassionata del fumetto classico, brava negli sketch, nelle illustrazioni per le favole e non solo e, si adopera anche in dipinti su commissione. Un’illustratrice a tutto tondo.
Vi presento Giulia Del Pozzo che ha accettato di rispondere alle nostre domande per permetterci di conoscere lei e le sue opere.
La prima cosa che vorrei è che tu ci parlassi di te, delle tue passioni e di come ti sei accostata al mondo dell’arte. Soprattutto vogliamo sapere chi è Giulia Del Pozzo e quale percorso di formazione ha seguito?
Ciao a tutti i lettori di Vampire’s Tears e grazie a Luana per avermi invitata. Io sono Giulia, o Julss per gli amici. Ho già 29 anni, purtroppo, e vengo dalla provincia di Salerno. Sono una ragazza qualunque con la passione per il disegno e i fumetti, ormai non è più così tanto insolito, ma da che io ricordi ho sempre disegnato.
Il ricordo più vivido che ho risale alle elementari, quando la maestra di inglese ci faceva ricopiare sul quaderno degli esercizi i disegni dei dialoghi che si trovavano sul libro di testo. Ricordo che cercavo di riprodurli al meglio che potevo – avevo 7, 8 anni – e lo trovavo divertentissimo, infatti ogni volta che ci veniva dato questo compito mi impegnavo un sacco per avere un buon voto. E succedeva eh, quasi sempre, però c’erano quei giorni in cui magari alla maestra non era piaciuto quello che avevo fatto e io mi dispiacevo. Ma proprio assai!
Ciononostante, questo non mi fermava, provavo a fare di meglio, e menomale, altrimenti ora nemmeno sarei qui. Questo tratto del mio carattere mi aiuta a non farmi abbattere facilmente, anche perché non ho sempre avuto la costanza nel disegno. Lo facevo più che altro per riempire il tempo e, senza nessuno che mi dicesse cosa fare, mi piaceva tanto riprodurre i personaggi degli anime, che prima chiamavamo comunemente “cartoni”.
Sempre stata grande appassionata e grande fangirl che pensava solo ai personaggi 2D, mentre oggi prediligo quelli delle serie tv (che se si ha la fortuna, si possono anche incontrare – gli attori ahah). Ma appunto, come dicevo, inizialmente era solo un hobby, soprattutto perché non ho potuto frequentare il liceo artistico.
Perciò, avendo dovuto rinunciare a quello, feci la scelta più facile iscrivendomi a un istituto tecnico, ma col passare di anni e anni alla fine ho capito che effettivamente era una delle poche cose che ‘sapevo fare’ e che mi contraddistinguevano dagli altri; certo, non avevo alcuna base, ‘sapevo’ solo riprodurre, ma dopo un periodo un po’ particolare avevo questa grande voglia di riuscire in qualcosa e il disegno è stata la mia unica speranza.
Così, sotto suggerimento di una mia amica e collega attuale, Lucia Saldutti, mi sono iscritta a una scuola privata di fumetto di Salerno e così ho imparato le basi (ma non si finisce mai di imparare!).
Come sei giunta alla creazione della tua prima opera? E quando?
Non la definirei proprio opera, più che altro uno sketch simpatico. Era il 2019 e, avendo già iniziato la scuola da due anni, mi fu chiesto di rappresentare una persona che conosco nelle sembianze di Wolverine e in una sua tipica posa. A differenza del supereroe però, quest’uomo aveva tante zeppoline (o graffe) incastrate negli artigli e vestiva in modo sciatto, addirittura con la pancia di fuori. Da come si può evincere, era stato creato per ridere e a vederlo fa ridere veramente, però, purtroppo se rido è solo per gli errori! ahahah!
Quale genere artistico prediligi?
In realtà non ho delle preferenze profonde in ambito artistico. Può sembrare strano, ma per me l’importante è che mi susciti qualcosa, stupore, incredulità… Il mezzo mi è ‘indifferente’ in questo senso.
Quale tecnica artistica preferisci utilizzare per i tuoi lavori?
Lavoro principalmente in analogico, con carta e acquerelli, poiché è la prima tecnica di colorazione con cui ho approcciato in modo serio. Diciamo che ho un mio modo di fare avendo comunque cominciato da autodidatta, e sono consapevole che forse, a volte, non li uso come si ‘dovrebbe’, ma ognuno alla fine fa un po’ quello che vuole.
Ci si deve sentire a proprio agio, anche se, personalmente, prima di mettere il pennello sul foglio ce ne vuole!
Per ‘adattamento’ invece, sto ancora imparando a usare il digitale, che è un modo diverso e sicuramente più veloce per disegnare/colorare.
Mi aiuta in molte occasioni con le commissioni con le scadenze più incisive, però non lo preferisco se devo essere sincera – sebbene lo usi spesso. Mi piace molto di più il contatto con la carta, i colori, il suono del pennello che muove l’acqua…
Da quanto apprendo, tu conosci bene il mondo delle fan fiction e delle serie tv, quanto impattano queste realtà sul tuo lavoro?
Molto, in realtà, anche se la branca delle fan fiction è fine a sé stessa in quanto forma di scrittura. Giusto qualche anno fa però, mi fu chiesto di rappresentare la scena di una fan fiction, che giustamente lessi per coglierne tutti i particolari che servivano per la sua creazione. Ma in linea generale tendo a disegnare quasi sempre i personaggi delle serie tv che mi piacciono, o a dare una mia versione – stilistica – di una scena che ho preferito in particolare.
Lo faccio soprattutto per mettermi alla prova, capire i miei limiti, su cosa devo migliorare e come utilizzare al meglio gli strumenti che ho a disposizione su Clip Studio Paint. In questo caso, appunto, uso il metodo digitale che, come ho detto, mi velocizza il processo di creazione. Mentre in analogico non faccio altro che ‘commissioni sicure’ o ‘studi’ per quest’ultime. La carta, purtroppo, costa e non va sprecata.
Che rapporto hai con il pubblico? Esegui lavori su commissione?
Diciamo che non sono una persona molto social. Forse in adolescenza lo ero di più, pubblicavo tantissimi dei miei ‘sgorbi’ su facebook, ma ora che sono cresciuta, ho perso quella voglia di ‘mostrare’ quello che faccio.
Un po’ perché sono diventata molto più insicura conoscendo il mondo dell’arte sui social, dove tendono tutti a giudicarti, ma soprattutto vedendo i veri talenti che ci sono là fuori. Non mi sento mai abbastanza brava, perciò continuo a nascondermi.
Prima di pubblicare qualcosa ci penso sempre tantissimo e mi deve piacere veramente, altrimenti rimane dimenticato all’interno di una cartella, che sia analogico o digitale. Al momento sì, lavoro principalmente su commissione e mi piace fare un po’ di tutto, da persone versione fumetto/chibi a quadri.
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