Dopo il grande successo di The Vampire Diaries e The Originals è giunta sul piccolo schermo la terza serie televisiva spin-off delle precedenti intitolata Legacies. Come le prime due, ricalca il genere fantasy ed è stata ideata da Julie Plec.
Andata in onda dal 25 ottobre 2018 al 16 giugno 2022 sul network The CW e ora disponibile sulle piattaforme italiane, per un totale di quattro stagioni.
Nel cast ritroviamo Matt Davis ovvero Alaric Saltzman il cacciatore di vampiri e Danielle Rose Russell (Hope Mikaelson) direttamente dal cast di The Originals, Aria Shahghasemi, Kaylee Bryant, Jenny Boyd, Quincy Fouse con l’apparizione di alcune special guests degli altri show su citati. Una serie giovanile che strizza visibilmente l’occhio a Buffy The vampire slayer e altri caposaldi del genere trattato.
Legacies – Trama
Alaric Saltzman già da qualche anno ha fondato a Mystic Falls una scuola per bambini e adolescenti appartenenti al mondo soprannaturale, il Collegio Salvatore, nel quale studiano le sue figlie, le streghe gemelle Josie e Lizzie, e anche Hope Mikaelson, la figlia di Klaus e Hayley, il tribrido che possiede i poteri di vampiro, di strega e di licantropo delle tre specie.
Il Collegio Salvatore cerca di mantenere un equilibrio tentando di istruire i ragazzi in un ambiente sicuro dove potranno esplorare le loro potenzialità, ma tale equilibrio si spezza con l’arrivo di un ragazzo umano di nome Landon Kirby, infatti stranamente alla sua comparsa seguono le apparizione di numerose creature soprannaturali dimenticate dalla storia, ricordate da sempre come mere leggende, Hope e i suoi compagni di scuola, sotto la guida di Alaric, affrontano questi mostri per sventare i loro misteriosi propositi.
Recensione
L’idea di base non è tra le più originali e spesso queste serie peccano proprio di poca originalità e di troppa ripetitività. Tuttavia, il buon cast, una bella fotografia, make up e visual effect accettabili compensano una sceneggiatura che non sempre offre grandiosi colpi di scena o nuovi spunti.
Resta al centro della storia la lotta tra bene e male, ma anche la scoperta di se stessi che coinvolge tutti i giovani protagonisti. Dal tribrido Hope, di cui si conosce il background come diretta discendente dell’ibrido Klaus e la lupa Hailey, sappiamo che è una Mikaelson e come ultimo membro della famiglia degli originali in lei scorre potenza e oscurità, possiede le tre linee di sangue e tutti i poteri, è sia strega, che lupo che vampiro.
Il personaggio non si evolve particolarmente nell’arco della narrazione nasce forte, tutti guardano a lei come una leader, molto sicura di sé e tale resterà. Come Freya e Rebekah, e altri membri della sua famiglia sta sempre in bilico tra il voler salvare il mondo e pensare ai propri desideri. Tuttavia è una caratterizzazione piacevole, è una ragazza forte che ha superato traumi, lutti e abbandoni e non si arrende mai.
I mostri non danno sempre un senso di modernità vista la scelta di utilizzare costumi di scena più nel modo tipico degli anni 90, tuttavia rimangono legati all’immaginario collettivo e sono piacevoli da riconoscere.
Questa serie invero è una sorta di scooby gang, composta da streghe, vampiri, lupi mannari e altro. Le ragazze Saltzaman della congrega gemini Lizzie e Josie sono l’una l’opposto dell’altra, ma grazie a una di loro ci introduciamo anche nelle dinamiche adolescenziali più profonde e si abbracciano anche storie romantiche lgbtqia+, inserendo maggiormente l’inclusività di genere.
Non è stato facile comprendere le scelte di sceneggiatura come l’allontanamento improvviso di alcuni comprimari, tuttavia, nonostante i punti deboli, la linea narrativa ha mantenuto una certa coerenza: le storie di molti personaggi hanno portato empatia negli spettatori che possono veder rappresentati i propri ideali e sentimenti nascosti dalla chiave fantasy.
In conclusione
Una serie di piacevole intrattenimento che nonostante i buchi di trama e la ridondanza di nemici e forze malefiche trova un suo equilibrio. Poteva senza dubbio essere più concisa e delineata, ma tutto sommato convince e non stanca eccessivamente. Piacevole il finale.
Bella prova per il cast che da reietti e mostri che si trasforma in una squadra di supereroi in grado di contrapporsi a qualunque avversità e che ancora una volta aiuta il pubblico ad affezionarsi a tutto ciò che in passato rappresentava incubi e mostruosità, ma che oggi sta diventando normale.
La metafora del diverso che viene accettato e che si integra nel mondo è ormai un messaggio chiaro e un sogno che diventa realtà, almeno sul grande e sul piccolo schermo.
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