Piante magiche, piante rilassanti, piante calmanti, piante per l’inverno. Di tutte queste tipologie di erbe abbiamo parlato negli articoli precedenti, e le piante velenose? Quali sono quelle piante ed erbe cui dobbiamo rivolgere particolare attenzione per non incorrere in un’intossicazione? O forse anche nella nostra prematura fine?
In questo nuovo articolo esploreremo alcune di quelle piante da non ingerire, bere e talvolta nemmeno toccare.
Botanica per principianti (come me)
Per definizione, la botanica è quel ramo delle scienze naturali che studia la morfologia, la fisiologia e la sistematica degli organismi vegetali; una sorta di biologia della vita all’interno del mondo silvestre.
È una materia che ha trovato modo di espandersi nel corso del tempo, diventando sempre più dettagliata e complessa, affidandosi alla tecnologia. Ma da dove nasce la botanica? Il primo studio conosciuto fu quello del filosofo greco Teofrasto, che descrisse più di cinquecento piante e il loro utilizzo medicinale. Però, dopo un primo periodo di grandi riconoscimenti, questa materia venne sempre più associata alle scienze occulte, divenne fonte di studi proibiti e favorì il proliferarsi di quella cultura orale di rimedi e medicinali popolari che ebbe sfogo nella figura della strega (ne parlo meglio nell’articolo Erbe e piante magiche: dalla mandragora alla ruta).
Successivamente, con la nascita dei primi orti botanici e la raccolta di varietà diverse di piante, alla botanica venne restituito il suo ruolo tra le scienze naturali. Chi si occupa dello studio della botanica quindi può essere definito connubio perfetto tra le figure più tradizionali (speziali ed erboristi) e le figure più scientifiche (chimici e biologi).
Un ruolo che non è magia, ma che tuttavia comprende una delle più grandi arti magiche: la scoperta della natura.
Erbe e piante velenose
La natura è da sempre generosa e altruista, eppure è perfettamente in grado di proteggere se stessa. Per questo il pianeta abbonda anche di piante ed erbe assolutamente letali per l’essere umano. Ecco di seguito alcune tra le piante più velenose.
Aconito
Il termine deriva dal latino Aconitum napellus. Si tratta di una pianta che fa parte della famiglia delle Ranuncolaceae e la si può trovare in molte zone montane dell’Europa. I Greci la consideravano una pianta sacra alla dea Ecate, la quale pare avesse il giardino pieno di questi fiori violetti. Secondo la leggenda, l’aconito sarebbe nato dalla bava di Cerbero, il cane custode dell’Ade, da qui il suo appellativo pianta degli inferi.
Un altro nome affibbiato all’aconito era pianta degli stregoni, poiché si pensava che rendesse invisibili e offrisse la possibilità di fare grandiosi viaggi astrali; inoltre si credeva fosse il principale ingrediente segreto di streghe e fattucchiere, le quali pare che fondassero il loro potere sul principio avvelenatore di questa pianta.
Contiene alcaloidi molto tossici per il sistema nervoso centrale che in pochi minuti possono scatenare nausea e vomito, seguiti da paralisi respiratoria e cardiaca.
Atropa belladonna
Il nome di questa pianta dalle bacche nere ha un duplice significato. Atropo era il nome greco di una delle tre Moire, colei che taglia il filo della vita, da monito per ricordare che l’ingestione delle sue bacche provoca la morte.
L’epiteto di belladonna invece si riferisce a una pratica che risale al Rinascimento, quando le dame utilizzavano un collirio basato su questa pianta per dare lucentezza agli occhi. Era un effetto provocato dall’atropina, capace di dilatare le pupille agendo sul sistema nervoso simpatico.
Era una delle piante utilizzate per il cosiddetto unguento delle streghe, con cui le streghe cospargevano corpo e scopa al Sabba, così da poter spiccare il volo. In precedenza era utilizzata anche in antichi rituali pagani per il suo grande potere allucinogeno.
Ingerire grandi quantità di questa pianta può provocare tachicardia, irrequietezza, allucinazioni, deliri, depressione respiratoria, collasso e infine morte.
Cicuta
Esistono diverse varianti di questa pianta, tutte velenose, ma la più comune è la cicuta maggiore, ricordata per aver inferto la morte al filosofo greco Socrate.
Associata all’elemento dell’acqua e al pianeta Saturno, in Esoterismo veniva spesso affiancata alla Magia nera. Si utilizzava per accordarsi il favore degli astri e per inibire lo stimolo sessuale. La sua linfa, strofinata su spade e coltelli, si credeva avrebbe dato forza e purezza; il suo potere paralizzante era ottimo per “bloccare il tempo”.
Piantare la cicuta intorno alla casa pare protegga dall’avvelenamento. Ma attenzione, tutte le parti di questa pianta sono altamente tossiche e possono provocare la morte. Il veleno resta attivo anche mangiando animali che abbiano ingerito della cicuta.
Oleandro
In antichità si pensava che questa pianta fosse originaria della Colchide, una regione caucasica ritenuta patria della magia. Nel medioevo era una pianta di buon augurio, e ancora oggi può rappresentare l’armonia dell’universo, tuttavia le sue lunghe foglie affilate e le bacche velenose ne hanno fatto un albero funerario. Regalare fiori di oleandro pare simboleggi l’oblio, e in particolare la frase “ti ho dimenticato”.
L’oleandro presenta un’elevata tossicità per qualsiasi specie animale. Durante la campagna militare in Italia, pare che diversi soldati delle truppe napoleoniche siano morti avvelenati dopo aver utilizzato i rami di oleandro come spiedini per cuocere la carne. Può provocare gravi disturbi gastrici, iperventilazione, sonnolenza e disturbi del sistema nervoso centrale.
Tasso
Il tasso è un albero a lenta crescita, molto longevo: ne esistono alcuni esemplari che superano il migliaio di anni. Secondo la mitologia pagana, svolge un ruolo fondamentale come pianta di vita grazie ai suoi incredibili poteri rigenerativi; tuttavia è noto come albero della morte perché tutta la pianta è molto tossica, eccetto l’arillo (la parte esterna al seme), molto amato dagli uccelli.
Da sempre a questa pianta sono stati attribuiti poteri magici, tanto da essere utilizzata come legno principale per la fabbricazione delle bacchette magiche. I Celti erano soliti sistemare i loro cimiteri nei pressi di questo albero, in modo che fungesse da guardiano ai defunti in quanto simbolo di eternità.
Inizio e fine
Molte piante e alberi velenosi sono stati utilizzati nel corso del tempo come spietati alleati e conduttori di morte. Ma qualche volta il loro impiego mirava a fare del bene, a essere un simbolo di protezione e forza.
Oggi, che di queste piante conosciamo molto di più, siamo in grado di ammirarle per la loro maestosa e singolare bellezza, pur mantenedoci a debita distanza dai loro fatali effetti collaterali.
Le piante velenose sono il simbolo per eccellenza dell’inizio e della fine; portatrici di vita come ogni essere vivente, ma fautrici di morte per resistere ai pericoli circostanti.
0 commenti