Ideata sull’omonima serie animata e prodotta in collaborazione con la rete Nichelodeon, debutta su Netflix la prima stagione di Avatar: l’ultimo dominatore dell’aria – La leggenda di Aang. Una serie televisiva live action, composta da otto episodio e creata da Albert Kim sul soggetto di Michael Dante Di Martino. Una storia di genere favolistico modellata sullo stile degli anime giapponesi.
Avatar: l’ultimo dominatore dell’aria – La leggenda di Aang – Trama
In un mondo devastato dalla guerra in cui alcune persone possono “piegare” uno dei quattro elementi della natura come acqua, terra, fuoco e aria, un dodicenne di nome Aang, cresciuto tra i nomadi dell’aria, scopre di essere l’Avatar. Egli è il ponte tra il mondo mortale e quello spirituale e l’unico in grado di piegare tutti e quattro gli elementi invece di uno solo. Ma scoprendo questa verità fugge con il suo bisonte volante e finisce vittima di una tempesta che lo intrappola in un iceberg per cento anni. Quando Aang ritorna nel mondo grazie a Katara e Sokka, due membri della tribù dell’acqua del sud, lui scopre di essere l’ultimo dominatore dell’aria vivente e di aver ereditato nuove responsabilità.
L’Avatar, infatti mantiene l’equilibrio del mondo e della natura ed è destinato a portare la pace. Aang si trova ora di fronte alla responsabilità di porre fine alle ambizioni militariste della Nazione del Fuoco guidate dal signore del fuoco Ozai che brama conquistare il mondo, come suo padre e suo nonno Sozin. Con i suoi nuovi compagni Katara e Sokka, Aang si propone di padroneggiare i quattro elementi mentre è inseguito da Zuko, il principe ereditario in esilio della Nazione del Fuoco, che cerca di riconquistare il suo onore catturandolo.
Recensione
Questa trasposizione è decisamente ben realizzata. La trama rispecchia in pieno molti valori, l’eroismo, la redenzione e la voglia di agire per il bene in contrasto con il male. Aang (Gordono Cormier)è un eroe molto giovane che compie una grandissima evoluzione e il suo cammino dell’eroe nonostante le premesse degli avatar suoi predecessori (le sue incarnazioni delle vite passate) lo vede diventare esattamente il prode combattente di cui il suo mondo ha bisogno. Si avverte un forte richiamo alla filosofia orientale, modellata su leggende complesse e antiche, sulla rivoluzione umana dei personaggi, e si avverte anche una certa leggerezza narrativa per quanto riguarda temi forti come la morte, il fallimento e la disperazione, intervallata da note positive e comiche studiate bene.
Nel percorso che lo vede diventare sempre più potente, il giovane protagonista mentre impara a dominare gli altri elementi, lui cresce e si prepara a compiere anche grandi sacrifici, ma ciò che più di tutto imparerà sarà il valore dell’amicizia e dell’affidarsi alla propria spiritualità.
Gli amici dell’avatar, ovvero Sokka(Ian Osley), Katara (Kiawentiio) e i suoi nemici Zuko (Dallas Liu) e il generale Iroh (Paul Sun – Hyung Lee) percorrono un profondo cammino interiore. Ciascuno di loro è ben caratterizzato e tutto il loro background viene approfondito nell’arco dei vari episodi che non risultano affrettati nella narrazione, né lenti i momenti dedicati ai flashback.
In definitiva
Oltre la buona regia e fotografia e le scenografie, da lodare la scelta del cast. Molti attori sono sicuramente alla prima esperienza, sebbene dimostrino buone doti attoriali e una certa immedesimazione nei personaggi. I visual effect sono adeguati al genere e accompagnati molto bene alla fotografia. La colonna sonora è stata ripresa dalla serie animata quasi per intero e rende la storia ancora più suggestiva ed emozionante, il tutto è ben riuscito.
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