Tra le spire oscure della notte, quando demoni e revenants viaggiano liberi nelle tenebre, nasce il romanzo horror di Alan Risi: In tenebris.
In tenebris – Trama
Bournemouth, Sud Ovest dell’Inghilterra, durante un autunno di qualche anno fa.
Alex è un trentacinquenne fuori dal tempo, boomer ante litteram cresciuto col mito degli anni ottanta. È un uomo che vive di ricordi, ci si crogiola, seguendo un disordinato codice morale basato su citazioni cinematografiche e discutibili massime autoreferenziali; probabilmente, fosse dipeso unicamente da lui, avrebbe volentieri trascorso la sua intera esistenza appollaiato sul divano, ascoltando musica, mangiando pop-corn e aspettando la prossima replica di “Happy days”.
L’incontro che gli stravolge completamente la vita avviene il giorno in cui si imbatte in Padre Robert Arminius Donovan Flannagan, il sacerdote che officia il funerale di suo padre; quello che di primo acchito si presenta come un mansueto reverendo dai modi soporiferi, ben presto si rivelerà essere rappresentante dell’Ordine di Sant’Andrea, un’antica organizzazione nata per documentare e combattere i fenomeni oscuri. Nonostante le divergenze caratteriali e una personalità agli antipodi, Padre Flannagan non solo diventerà un mentore per Alex, ma anche il suo unico amico.
Oggi Alex è quasi sempre in viaggio – ovviamente in classe economica – verso luoghi che solo a vederli in foto riescono a farti passare la voglia di vivere; il più delle volte dorme di giorno e si muove di notte, esattamente come le creature a cui dà la caccia.
Sullo sfondo di una bucolica cittadina di provincia, Alex comincerà a girovagare alla disperata ricerca di indizi che possano aiutarlo a sbrogliare la matassa, trovandosi giocoforza a interagire con un ventaglio di bizzarri personaggi che sembrano usciti dalle pagine di un vecchio noir: dal goffo e sfuggente ispettore in pensione Joseph Bell al piccolo – in tutti i sensi – criminale locale Angus Macmillan, passando per il logorroico Billy Barber, che Alex arriverà provocatoriamente a definire “l’amico gay esperto in faccende di cuore di cui non sapevo di avere bisogno”.
Recensione
Alexander Thorne è quella persona che nel profondo siamo un po’ tutti. Non ha paura di dire le cose come stanno, è ossessionato dai vecchi telefilm e mangia spesso cibo spazzatura. Alexander Thorne è il misantropo interiore di ognuno di noi, con l’aggiunta di un fascino un po’ démodé e quel pizzico di aura soprannaturale che lo circonda. Quel soprannaturale cui dà costantemente la caccia.
Eh sì, perché Alex è quello che potremmo definire un cercatore di spiriti tormentati, spiriti che nella morte non hanno trovato la quiete sperata e adesso non si trovano né di qua né di là. Spiriti che esistono a metà tra il nostro mondo e quello astrale, che spesso si cibano del sangue dei vivi rigirandosi in una tomba sudicia.
In parole più semplici: una sorta di cacciatore di vampiri, mandato dalla Chiesa per fare macabri sopralluoghi in cimiteri cupi, in modo da capire se sia davvero necessario intervenire con un esorcismo.
In tenebris segue proprio uno dei casi che vengono affidati ad Alex: la prematura scomparsa di alcune bambine in una piccola cittadina di provincia, presumibilmente morte di consunzione.
Così, nelle spire di un’avventura dalle sfumature vagamente gotiche, poliziesche e paranormali, si snoda una verità che porta alla luce un amaro passato. Un passato in cui è stato commesso un orribile crimine, che ha devastato un’anima così in profondità da lasciare strascichi maligni anche nella morte…
Parere personale
In tenebris è un romanzo completo. Alex è un personaggio a 365 gradi: spiritoso, sarcastico, sempre con la battuta pronta, ma anche introverso, cupo, solitario, e con un coraggio che nemmeno lui sa di possedere.
I personaggi secondari che gli girano attorno si rivelano un prezioso aiuto, in un panorama provinciale un po’ stereotipato dalla presenza di alcuni individui degni di un romanzo a metà tra il noir e il grottesco.
La scrittura dell’autore si presenta molto lenta all’inizio, quando utilizza discorsi diretti forse un po’ troppo elaborati per porre le basi di partenza della storia; tuttavia, riesce a riprendersi bene a circa metà dell’opera, permettendo al lettore di vagliare teorie e congetture insieme ai protagonisti.
Un difetto strutturale che ha particolarmente influito sulla pesantezza dei discorsi diretti è stata la sovrabbondanza di puntini di sospensione, inseriti anche dove non erano necessari. Penso che una piccola aggiustatina alla punteggiatura possa migliorare l’esperienza del lettore in modo significativo.
Nel complesso però le descrizioni erano molto vive, le scene hanno preso vita sulla carta e le costanti battute di Alex hanno aiutato a tenere alta l’attenzione.
Conclusioni
In tenebris è uno di quei romanzi che, per chi è un po’ weird come me, diventa un buon posto dove stare, ci si sente a proprio agio tra cimiteri al chiaro di luna, nuvole grigie all’orizzonte, esorcismi e apparizioni spettrali. Credo sia stata una lettura di alti e bassi, ma che ha saputo portarmi fino alla fine della narrazione. Ammetto che mi piacerebbe incontrare Alex in un nuovo romanzo, per seguirlo ancora in una delle sue stravaganti avventure notturne.
Lo consiglio a chi ha bisogno di inseguire spiriti demoniaci tra tombe storte per sfuggire alla routine quotidiana.
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