9 è il nome di un film d’animazione del 2009, diretto da Shane Acker, basato sull’omonimo cortometraggio realizzato nel 2005. Il film è prodotto da Tim Burton e Timur Bekmambetov.
9 – Trama
Ennesima guerra mondiale, le macchine hanno preso il sopravvento e tutte le forme di vita sono state distrutte, compresi i batteri, affinché null’altro possa mai svilupparsi. Ma in una piccola soffitta impolverata, l’ultimo uomo rimasto, uno scienziato, con le sue ultime forze e la sua scintilla vitale da la vita a una bambola di pezza di nome Nove, il cui numero è ben scritto sulla schiena. Nove si sveglia, vede l’uomo giacere riverso a terra e nello spalancare la sua finestra sul mondo trova solo morte e distruzione.
Recensione
Ha inizio così la più grande e straziante avventura mai raccontata dal magnifico Tim Burton, come sempre il nostro produttore preferito estrapola e sviscera le debolezze umane e le rielabora in una chiave fiabesca, ma sempre dai toni macabri e dark. Il suo stile è quello di rappresentare la perdita, la morte, la solitudine in ogni sua forma e dimostrare che anche con un cielo terso un fiore può sempre brillare, l’amore, l’unione.
La vita non è mai rosa e fiori come vogliono farci credere e lui tende proprio a enfatizzare la vita per ciò che è realmente, forse non per tutti, ma è così, l’importante è trovare il lato buono delle cose, avere il coraggio di affrontare i proprio demoni e sorridere a una vita che, per quanto difficile, può regalarci tanto. Ma torniamo al film.
Una volta uscito tra le macerie di una città ormai distrutta Nove conosce altre bambole come lui, ognuno ha una suo carattere, un suo dono e la conoscenza del passato come diversi tasselli di un puzzle. Le bambole si ritroveranno ad affrontare l’ultima macchina rimasta, la Bestia-Gatto, che uno a uno cercherà di uccidere, purtroppo la rivelazione delle origini di questo genocidio non farà altro che inasprire la storia. La prima macchina senziente, il Fabbricante di Macchine, data per distrutta, viene risvegliata e non si fermerà finché anche l’ultima scintilla vita, l’ultima bambola di pezza non giacerà.
Le rivelazioni saranno tantissime, oggetti occulti, simboli misteriosi e la scelta finale affinché tutto il male finisca e, chissà, la speranza di un mondo distrutto possa finalmente ritrovare una pace.
Come sempre la fotografia è calibrata a regola d’arte affinchè rispecchi a pieno il genere burtoniano, prevale il nero, le ombre, colori quasi del tutto inesistenti a parte di un verde brillante che si ritrova sempre nei suoi film come aurea ultraterrena, mistico e magico.
Le musiche sono forti, aggressive, strazianti, rispecchiano a pieno lo stato d’animo dello spettatore durante la visione di scena dopo scena e i dialoghi sono brevi, diretti, affilati come lame che centrano il cuore. Le parole sono dure ma vere, tristi ma all’ordine del giorno in una umanità che sempre più sta perdendo frammenti della propria anima.
In conclusione
Nove è uno di quei film che passano in sordina, non tutti lo conosco, ma che reputo una chicca da non lasciarsi scappare, ancora di più in questi tempi difficili in cui l’essere umano arranca cosciente verso la sua stessa fine.
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