Il 14 novembre è stato riedito dalla Fazi Editore il primo volume di Nell’antro dell’alchimista di Angela Carter. Nell’antro dell’alchimista è una raccolta di racconti di un’autrice eclettica che definita fra le più talentuose del ventesimo secolo.
Angela Carter ha affidato a questa raccolta il proprio testamento stilistico. Servendosi di una scrittura raffinata, barocca, a tratti ermetica costruisce una nuova mitologia femminista con cui condurre un’acuta analisi della società che supera le barriere del tangibile e penetra i meandri dell’immaginazione.
Queste pagine, semplicemente, sono la testimonianza di una perdita incolmabile per la letteratura.
Trama
Nell’antro dell’alchimista – diviso in due volumi di cui questo è il primo – raccoglie la produzione migliore di un’autrice fondamentale.
La camera di sangue, secondo Salman Rushdie il capolavoro per cui verrà sempre ricordata, è una serie di bellissime fiabe in chiave moderna, libere riscritture di quelle classiche, in cui l’autrice sbeffeggia gli stereotipi di genere affidando alla figura femminile le redini della storia, donandole un erotismo inedito e conducendola verso un finale vincente rimaneggiato in chiave ironica.
Fuochi d’artificio nasce invece dall’esperienza dell’autrice in Giappone ed è il punto di svolta nella sua produzione, nonché il momento in cui il tema del femminismo diventa centrale: «In Giappone ho imparato cosa significa essere donna e mi sono radicalizzata».
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