Dopo aver parlato di Enrico, abbiamo intervistato Francesca Garofalo, la sua autrice. In poche semplici domande Francesca ci ha raccontato il mondo dietro il suo romanzo.
Cosa ti ha ispirato per questo lavoro? Oltre essere una palese appassionata del mondo creato dalla Rowling, da dove ha avuto origine l’idea per la trama di Enrico?
Non sono una fan di quelle che ricordano a memoria ogni passo, ma questa saga mi ha accompagnata dall’adolescenza a quella che si può definire l’età adulta. Mia madre si presentò a casa con questo strano libro dalla copertina colorata, non lo dimenticherò mai, “Appena uscito in libreria! Vediamo com’è!” e non abbiamo più’ smesso, entrambe!
Lo amo profondamente per quello che rappresenta, perché sfama il bisogno di avventura e di sogno che risiede in ognuno di noi, seppellito dalla routine, dai problemi. Ammiro la Rowling come donna ed imprenditrice di se stessa, ha trovato la forza e la capacità di creare un rifugio per tutte le menti che amano la fantasia riuscendo a risollevare la sua vita in un modo straordinario: con la sola forza di volontà. Io sono una scenografa e tutto mi è d’ispirazione per del potenziale lavoro, non mi occupo di scrittura, anche se ho un passato da recensore per cinema e teatro, ma ad un certo punto ho sentito il bisogno di omaggiare qualcosa che amassi e che mi rendesse felice.
E anche di dedicare una storia alle persone cosiddette “normali” come me e come tanti altri, desiderose di vedere un pò di magia nelle loro vite. Ricordo perfettamente il momento preciso in cui scrissi le prime tre righe sul cellulare, durante un viaggio in treno.
Vivi realmente a Zapponè o ti ha ispirato la vita di provincia? Quanto ha inciso per la tua carriera?
Ho sempre vissuto a Napoli, a Roma e per un periodo in Irlanda. Anche quella esperienza mi è stata di grande ispirazione per poter scrivere, è un paese che amo molto e che per me è una seconda casa. Non ho mai vissuto una vera e propria vita di provincia, ma come sarà capitato a tutti da piccoli, l’estate mi sono trovata spesso in paesini animatissimi durante l’alta stagione e privi di stimoli d’inverno.
Ho vissuto entrambe le situazioni avendo tuttora cari amici che ancora ci vivono e sicuramente le strade, i personaggi, le abitudini, le tradizioni, mi sono tornati alla mente durante il processo di scrittura.
Ho scritto veramente poco di non reale! Ho molti amici in Puglia e mi sono stati raccontati tantissimi aneddoti divertenti sul paese che ha ispirato Zapponè. Si tratta di un luogo di fantasia, ma in esso si fondono ricordi, racconti e leggende di vari luoghi che ho visitato e vissuto. Ho scelto un lavoro complicato, che come tutti risente di periodi di crisi, difficoltà, ma regala anche belle soddisfazioni. Sono andata via dalla mia città per cercare di migliorare e crescere, esiste sempre un posto più grande di quello dal quale si proviene. Dipende dai punti di vista.
Essere un’autrice quando ha valore per te e quanto ha cambiato la tua vita?
Scrivere mi viene naturale, quando scrivevo articoli per alcune testate e mi veniva data una scadenza non sentivo la minima pressione. Sapevo che quello che avrei dovuto produrre sarebbe uscito da sé. Non riesco ancora a ritenermi una vera autrice con un solo piccolo libro alle spalle, ma il pensiero di aver creato qualcosa mi da una gioia impensabile. Come sapere di avere lasciato qualcosa su questa terra anche quando non ci sarai più.
E nel mio caso è qualcosa di divertente, sono io.
La mia vita è sempre la stessa, a parte il piacere di scoprire che persone che non ho mai visto in vita mia hanno scelto Enrico tra le loro letture e specialmente hanno riso, ne hanno capito il vero spirito e lo hanno apprezzato. Mi ritengo tanto fortunata in quei momenti.
Sono rimasta sconvolta quando una lettrice mi scrisse di averlo comprato perché ne sentiva parlare già da parecchio tempo, quando la radio universitaria di un famoso Ateneo mi ha chiesto un’intervista e ho avuto l’onore di essere invitata da una libreria di una nota catena alla serata dedicata ad Harry Potter per il 2020. Sarebbe la prima volta, rifuggo le presentazioni, sono un topo da biblioteca, cosa molto deleteria per lo sviluppo di un progetto del genere, ma sono fatta così, mi vergogno a morte e lascio che sia il libro a parlare per me.
Quali sono i tuoi prossimi progetti editoriali?
Il seguito di Enrico ovviamente! Questo era soltanto un’introduzione, un antipasto. Posso dire che le vere avventure devono ancora cominciare e che lo sfondo di questa nuova storia sarà uno dei posti più magici ed esoterici del pianeta, in Puglia… Chi è stato attento al finale del primo libro saprà di cosa parlo.
Ti sentiresti di consigliare la piattaforma book a book a scrittori emergenti?
Assolutamente sì, ed esiste un motivo ben preciso. Sono a favore di qualsiasi forma editoriale esistente oggi, dall’auto-pubblicazione, al crowd-publishing, all’editoria tradizionale con piccole case editrici indipendenti (purché non chiedano nessun contributo, quelle sono soltanto truffe), ma io avevo bisogno esattamente di questo. Pubblicare un libro con una casa editrice che non ti fa spendere un centesimo, ma ti affida una parte di responsabilità nel proporre e pubblicizzare il tuo progetto al fine di raggiungere un goal e poter andare in stampa, con tutte le attenzioni che ne conseguono, quindi un editor dedicato, un grafico, etc. ti mette molto alla prova.
Ti fa capire quanto ci credi, quanto ci tieni, quanto hai voglia di farlo.
Io non mi sono arresa un solo giorno e non sarò esposta in tutte le librerie, ma ovunque si può ordinare e comprare il mio libro e sorprendentemente c’è gente che lo conosce, lo legge e lo acquista senza che io abbia fatto nulla oltre quello. L’ho ritenuta una sorta di prova per vedere se fosse la mia strada, se fosse destino andare avanti e c’è da crederci, se va bene è una delle più grandi soddisfazioni del mondo. Porto sempre una frase con me nelle note del telefono che credo rappresenti perfettamente il mio percorso e che sento di consigliare a tutti gli autori che hanno qualcosa nel cassetto:
Quando visualizzi chiaramente il risultato della vittoria, registrandolo nel tuo cuore e sei fermamente convinto che lo otterrai, il tuo cervello compie tutti gli sforzi necessari per realizzare l’immagine mentale che hai creato. E poi, attraverso il tuo sforzo incessante, la vittoria si realizza.
Daisaku Ikeda
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