Il 29 Maggio 2020 è la data di uscita dell’ultimo album dei Palaye Royale, firmato dalla casa discografica Sumerian Records: The Bastards. Con un po’ di ritardo, abbiamo ascoltato le 15 tracce da cui è composto per voi, Nightolws.
L’isola distopica della realtà
I Palaye Royale hanno saputo elevarsi in questi anni, seguendo uno stile del tutto originale, coronato da una personalità incisiva e stravagante, che ha conquistato fans in tutto il mondo. Con il loro ultimo album non hanno fatto altro che sottolineare il loro talento, evidenziando alcuni dei difetti della società contemporanea.
Per affermare meglio le idee alla base dei testi musicali, è stato realizzato un fumetto che parla di Obsidian, l’isola distopica sulla quale vivono in armonia artisti e pensatori. Però, minacciati dalla soffocante morsa della politica e della società, gli abitanti possono sopravvivere solo grazie all’uso di maschere antigas. Ma, nascondere i tormenti umani, può essere davvero l’unica possibilità di salvezza?
In questo mondo parallelo apparentemente fittizio, c’è molto di reale. Concetti veri e attuali vengono espressi dalla band, in una proclamazione chiara che mira all’innalzamento della propria individualità, quale strumento chiave per non essere soffocati nelle spire della società di massa.
Tuttavia, in The Bastards, troviamo non soltanto le sfaccettature più oscure dell’animo umano, ma anche sentimenti personali che riguardano in particolare alcuni dei periodi più bui della vita di Remington Leith, cantante del gruppo.
Recensione
Come già accennato, The Bastards è formato da 15 tracce, una successione di canzoni che si alternano tra testi più riflessivi e personali, e brani più energici e ritmati.
L’album apre con Little Bastards, con un ritmo alto che cade particolarmente serio, quasi psichedelico; le parole del testo sono poche ma di grande effetto. Continua con Massacre, The New American Dreams, in cui l’energia scoppia in un’accusa all’instabile situazione politica americana che ha attraversato con fatica il 2020.
Axiety, Nervous Breakdown e Lonely aprono il cuore di Remington portando a galla alcune ferite personali, dovute in parte alla difficile infanzia del cantante. La sua sofferenza, passata ma ancora presente, è quasi palpabile e denuncia il silenzio che troppo spesso scende sui problemi che ci portiamo nell’anima.
L’energia rabbiosa di Fucking With My Head, sposa bene i ritornelli ritmati di Hang on to Yourself e Black Sheep. Ottima la combinazione di chitarra e batteria in Nightmares, mentre Masochist si impenna sulla cresta di un rock più puro, seguita da Doom (Empty).
Tonight is The Night I Die è forse la canzone che meno si adatta al resto dell’album. Come una favola oscura, le sue note scivolano su un’atmosfera dark, ripresa anche nel video musicale. Come un vampiro d’altri tempi, il protagonista sembra combattuto tra la vita e la morte; vuole essere salvato, eppure non può che soccombere alla pesantezza dell’esistenza.
L’album termina con Stay, che viaggia su una cadenza più melodica, e Redeemer, profonda e sofferta, nella quale prendono di nuovo il sopravvento i temi personali. Lord Of Lies è l’ultimissima traccia, la traccia bonus in cui i Palaye Royale sembrano aver deciso di fare a pezzi gli strumenti.
Veri e senza trucchi
Perché ascoltare i Palaye Royale? Perché ascoltare The Bastards? Penso che a volte il dolore di qualcun altro rifletta così in profondità il nostro, tanto da salvarci. Penso che il talento e l’originalità diano sempre buoni frutti, proprio come questo album. I Palaye Royale sanno rivoluzionare loro stessi, sanno essere veri e senza trucchi.
In un viaggio distopico che parla di umanità, che parla di errori e imperfezioni, ogni canzone è da ascoltare con calma per capirne davvero l’essenza.
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