Con Maddalena (O il destino dei fiorentini) di Horace Walpole siamo giunti alla fine del nostro viaggio in questa fosca Firenze dalle tinte sovrannaturali. Nell’ultimo racconto facente parte della raccolta de Il Giglio Nero della collana La Biblioteca di Lovecraft torniamo all’epoca dei Secoli Bui e al contenzioso fra Firenze e Pisa, che ha messo le città e i suoi abitanti gli uni contro gli altri.
Trama
Secoli Bui.
Firenze e Pisa sono in contrasto, ma i suoi abitanti tollerano la vicendevole presenza perché di fondo a nessuno conviene di creare alterchi.
In questo contesto è la storia di Maddalena. Di origine fiorentina, così come suo padre, vive però nella città di Pisa. Divenuta adulta, ella è bella come poche donne della città e la gioia degli occhi e del cuore del proprio padre. In molti desiderano averla in moglie, ma il suo cuore cadrà per il giovane studente Borgiano tanto che quando il padre le presenterà come pretendente il nobile Lanfranchi, la giovane gli mostrerà solo il suo rifiuto. Ma l’invasione di Carlo VIII di Francia cambierà presto il destino delle due città.
Maddalena (O il destino dei fiorentini) – Recensione
Maddalena (O il destino dei fiorentini) racconta le vicissitudini di una giovane che ha un’unica colpa: quella di essere bella e innamorarsi di un uomo che si ferma sotto la sua finestra per suonare una canzone. Non è specificato, se il canto in questione fosse espressamente dedicato a lei. La donna aveva già avuto altri pretendenti che avevano dedicato note alla sua persona, ma sempre lei li ha rifiutati con cortesia. Eppure quando gli sguardi di Maddalena e Borgiano si incontrano, il sentimento nasce quasi subito.
Ora il contesto storico è di grande importanza. Maddalena, Borgiano e il di lei padre Jacopo sono tutti e tre fiorentini, mentre il pretendente alla sua mano, Lanfranchi, è pisano e per di più nobile. Ed è proprio il suo rango a metterlo in diritto, quando la situazione si fa propizia, ti tentare di ottenere Maddalena con la forza, dato che lei gli si è sempre rifiutata.
Il destino dei fiorentini sarà dunque quello di essere cacciati nella città come fossero belve e quello della povera Maddalena quello di essere vittima di questo fato avverso che la porterà alla pazzia. Il personaggi perde tutta la propria forza nel momento in cui si vede privata di tutto ciò che le apparteneva, degli affetti, della propria vita. La disperazione cala su di lei come i pisani sui fiorentini e a nulla valgono i tentativi di coloro che la amano farle recuperare la ragione.
Maddalena è una storia di sangue. Non lo considererei un racconto dell’orrore quanto piuttosto psicologico, ma non per questo meno cruento se si prova ad entrare nella visione del personaggio. La donna avverte la sua impotenza di fronte al fato avverso e smette di combattere divenendo il guscio di ciò che era stata, un guscio che nulla può riempire.
La visione dei suoi occhi spenti diventa palpabile. È come se fosse morta e pure viva. Il lettore soffre per lei che appare come un giglio reciso che lentamente appassisce e si secca. Vi è la volontà di salvarla e liberarla da quel dolore a cui solo un tragico epilogo, forse, più porre rimedio.
E così, con Maddalena, si chiude il nostro viaggio fiorentino. Speriamo che abbiate gradito e che vi abbiamo incuriosito. Vi ringraziamo di averci letto e vi aspettiamo alla prossima avventura.
Ma quanto sono felice di averlo preso questo libro lo scopro sempre di più! Ogni racconto è molto particolare e tenebroso! Super bello mi guarda dalla scrivania con quel mezzo giglio e mezzo teschio e sembra dirmi Leggimi, ma devo finire prima il teatro del grottesco 🙂
Il Teatro Grottesco sembra molto interessante. Comunque essendo racconti molto brevi e non legati fra loro puoi intramezzarli anche ad altro (è il bello delle raccolte ^_- )