Train to Busan è il secondo film in ordine cronologico della saga, ma il primo a essere rilasciato su ampia scala a livello cinematografico e quello che ha poi contribuito con il suo successo a fare strada per la diffusione del suo prequel e la creazione del suo sequel.
Trama
Durante un viaggio in cui accompagna sua figlia verso l’abitazione della ex-moglie, Seok-Woo (interpretato da Gong Yoo), un businessman coreano, si ritrova intrappolato insieme agli altri passeggeri sul treno verso Busan durante un’epidemia zombie che si sta propagando velocemente in tutta la Corea del Sud.
Recensione
Nonostante Seoul Station sia stato creato in precedenza rispetto a Train to Busan, è solo grazie al successo di quest’ultimo che l’animazione sia stata rilasciata nei cinema della Corea del Sud su grande scala.
Train to Busan, infatti, è riuscito a sconfinare ben oltre la Corea e a diventare un successo dell’horror su scala internazionale.
Le forze del film
All’inizio di Train to Busan, l’epidemia zombie che sappiamo doverci aspettare non è che un pensiero di sfondo al nostro incontro con i personaggi.
Il protagonista, Seok-Woo, si presenta inizialmente come un personaggio con cui si simpatizza poco. Un padre immerso nel lavoro al punto da trascurare le relazioni familiari e quindi i bisogni emotivi di sua figlia Su-an (interpretata da Kim Soo-Ahn), il pubblico non si aspetterebbe mai di riuscire ad arrivare a un punto in cui si spera attivamente che lui sia uno dei sopravvissuti alle vicende del film.
La crescita dei personaggi
In Train to Busan vediamo personaggi che cambiano e personaggi che rimangono uguali durante tutta la storia. È importante citare questi ultimi perchè sono loro che ricollegano il commento sociale a Train to Busan dove la narrazione è ridotta a un ambiente molto più limitato e in cui un discorso del genere sarebbe difficile da applicare.
Tuttavia, sono i personaggi positivi quelli che davvero ci fanno amare il film.
È questo che distingue immediatamente Train to Busan da Seoul Station. Se nell’animazione ci è difficile provare affetto fino in fondo per i personaggi che ci vengono presentati, guardando Train to Busan ci rendiamo conto che abbiamo cominciato ad amare i personaggi solo quando questi si sono già instaurati nella nostra mente a nostra insaputa.
I personaggi sono più facili da amare, combattono contro problemi personali e sociali che possiamo individuare e condividere più facilmente. La narrazione che si concentra sulle loro vicende piuttosto che sulla più ampia scala esterna permette di avanzare entrambi, ci dà una visuale di quello che è il contesto attraverso il quale il treno viaggia, ma riesce molto di più a farci credere nell’esistenza di queste persone.
La recitazione
Una delle ragioni per cui amiamo i personaggi e il film è sicuramente il suo cast. Ogni elemento è eccellente e straordinario per il ruolo in cui si ritrova, ma vorrei portare particolare attenzione sull’interpretazione della più giovane delle protagoniste: Kim Soo-Ahn.
Kim Soo-Ahn interpreta la piccola Su-an e la fa spiccare in maniera tale che anche se circondata da attori con sicuramente più esperienza, è lei che ci lascia una delle impressioni più forti del film. La sua profondità emotiva, il modo in cui ci fa vedere le vicende che si susseguono attorno a lei, e la struggente interpretazione finale della canzone Aloha Oe catturano costantemente l’attenzione dello spettatore e sanciscono il talento e le capacità della giovanissima attrice.
Un’ambientazione claustrofobica
Le interpretazioni degli attori sono sicuramente una delle contribuzioni più importanti al successo del film, ma se la storia di zombie di Train to Busan ha avuto successo è anche grazie all’ambientazione e alla novità che ha portato al genere horror.
Personalmente, non sono una fan dei film e delle storie di zombie. Le poche a cui sono riuscita ad appassionarmi sono quelle in cui questo elemento viene impostato in una maniera a cui non siamo abituati. Nonostante Train to Busan non faccia esattamente questo – i suoi zombie in grado di correre non sono i primi del loro genere -, l’ambientazione invece dà una scintilla nuova a come l’argomento è trattato.
La natura claustrofobica del treno in cui si svolge l’intera azione mantiene sempre alto il senso di ansia e inevitabilità della storia. Il ritmo e il tempismo di ogni evento, dal capotreno che si volta nel momento sbagliato alla lattina che fa rumore in una situazione di tensione, sono eseguiti in maniera perfetta e impeccabile.
Il fatto stesso che gli zombie si moltiplichino e si muovano in maniera così veloce in un ambiente così ristretto cambia radicalmente la posta in gioco di quello che potrebbe altrimenti essere un qualunque altro film di zombie e li rende un avversario degno di quelle che, al contrario dei personaggi di Seoul Station, in Train to Busan sono persone che fanno scelte intelligenti e proattive per garantire la propria sopravvivenza.
Il valore emotivo
Infine, nonostante sia ovvio fin da subito che non tutti i personaggi riusciranno a sopravvivere alla storia, è impossibile non affezionarsi anche a coloro che sembra ovvio non arriveranno alla fine.
Ciò è possibile perchè il valore emotivo di Train to Busan è sviluppato in maniera organica e naturale, senza sforzo o esagerazioni superflue, in una storia che lo spettatore non si aspetta abbia questo peso emotivo.
Dopotutto si tratta pur sempre di un film sugli zombie.
Peninsula
Nel prossimo articolo, e ultimo di questa serie, daremo un’occhiata da vicino a Peninsula e faremo un ultimo bilancio di similitudini, forze e debolezze dell’intera saga di queste tre narrazioni.
Sembra bellissimo dovrò vederlo ad ogni costo perché il cinema horror asiatico è pieno di meraviglie e di terrore quello autentico. Grazie per averne parlato
Sono totalmente d’accordo con te. Il cinema horror asiatico, insieme -sorprendentemente- a quello spagnolo, è uno dei pochi che ancora riesce a spaventarmi e Train to Busan, pur non essendo il più terrificante dei film, credo sia eseguito in maniera eccellente e sia tra i pochissimi film ancora in grado di dare un punto di vista innovativo sugli zombie. Grazie mille per aver letto e commentato l’articolo!! ♥