Gli Oceana sono una realtà molto interessante all’interno della scena capitolina e nazionale, e che con il loro primo full lenght The Pattern mi hanno affascinata tanto da pensare di portarveli sul nostro portale con qualche domanda per farveli conoscere. In realtà ciò che ho domandato loro qui è almeno la metà di quanto avrei voluto chiedere, ma nulla ci vieta però di riproporveli in futuro dato che stanno lavorando sul loro secondo album. Nel frattempo leggete cosa hanno avuto da dire oggi. Tra l’altro avevo già parlato di loro recensendo The Pattern qualche mese fa e che vi invitiamo a leggere QUI qualora non l’abbiate ancora fatto!
Intanto un saluto ai miei concittadini. Partiamo con un resoconto su come è andato The Pattern; ormai sono passati diversi mesi dalla sua uscita e ci piacerebbe sapere come è andata sia a livello nazionale che all’estero. E se c’è stata per caso qualche differenza tra il supporto nostrano e quello straniero.
Un saluto anche a te e grazie per averci contattati per questa intervista! Per quanto riguarda “The Pattern” dobbiamo dire che siamo soddisfattissimi! In Italia sta andando molto bene, nonostante il Covid19 abbia reso impossibile promuoverlo dal vivo… non possiamo non ringraziare tutti i nostri supporters che, già dal preorder, sono accorsi in massa per assicurarsi le loro copie ed il merch! Per quanto riguarda l’estero possiamo solo dire che sui social c’è stato molto supporto, ma non abbiamo ancora un’idea precisa perché stiamo aspettando gli statements dei distributori stranieri. Non abbiamo avuto modo di incontrare i nostri fans dal vivo, ma credo che non ci sia differenza tra i supporters italiani o esteri: da quello che vediamo sui social sono entrambi calorosissimi e gli dobbiamo tutto!
C’è un paese straniero in particolare dove gli Oceana sono particolarmente seguiti?
Diremmo sicuramente America, anche se siamo molto seguiti anche in Inghilterra, Giappone, Olanda, Germania…
Ormai siete immersi nella realizzazione del vostro secondo full lenght, come sta andando? Potete dare qualche anticipo a riguardo?
Secondo noi, questo è il disco più profondo e maturo che abbiamo mai realizzato in vita nostra: songwriting a parte, ci troviamo spesso a dire che “contiene il nostro sangue” in ogni traccia… per mille motivi, personali e non…
Successivamente all’uscita di The Pattern si è unito Francesco Bucci (ex Stormlord) al basso e ora gli Oceana sembrano essere al completo. Qual è a vostro avviso l’elemento più prezioso e importante portato da Francesco all’interno della band?
Francesco è molto pragmatico ed ha ottime intuizioni, sia musicalmente che a livello di organizzazione: la sua entrata nella band è stata una ventata di energia in più e ci ha permesso di avere finalmente il musicista e la persona che cercavamo da tempo!
A Maggio avevate fatto una diretta in serata tutti insieme, tra l’altro anche molto divertente e interessante. Durante il corso della trasmissione si è toccato il discorso dei concerti in streaming e di come questi abbiano avuto un buon responso in tempi di pandemia. Ovviamente tutti ci aspettiamo che i concerti, per come li intendiamo noi, possano riprendere a pieno ritmo il prima possibile, ma gli streaming nel frattempo sono stati un buon strumento per non fermarsi e mantenere acceso l’interesse dei fans. Pensate che questo metodo in qualche modo potrà correre di pari passo ai concerti nei locali?
In tutta sincerità, nonostante siano stati un ottimo “sostituto” del classico concerto durante la pandemia, crediamo che appena si tornerà a suonare dal vivo in presenza il fenomeno “live streaming” si trasformerà nel consueto live in studio. Sarà utile come promozione sui social, ma l’aria che smuove una batteria doppia cassa con 3 amplificatori per chitarre e basso sono tutt’altra storia. Non ce ne voglia chi ha investito nel settore dei live in streaming, ma noi siamo cresciuti guardando in faccia i musicisti che amavamo e ci siamo spaccati le costole in prima fila pur di goderci un bel concerto dal vivo… se ripensiamo ai periodi del Circolo degli Artisti (prima sede) ci parte la lacrimuccia e diventiamo nostalgici…
E pensate che un giorno anche gli Oceana potrebbero sfruttare tale mezzo per raggiungere un numero maggiore di audience? In Giappone, ad esempio, sono andati moltissimo e si vendevano i biglietti anche ai fans stranieri, invogliandone qualche volta l’acquisto con del merchandise che poi veniva spedito, tipo magliette, set fotografici ecc e non ultima, la possibilità di rivedere quello stesso live tutte le volte che si voleva entro una certa data. Penso che questo sarà il futuro dello spettacolo e del mondo della cultura in generale.
Se questa formula dovesse continuare, prenderemo in considerazione l’ipotesi di fare un live in streaming, ma ora come ora (soprattutto con il tipo di disco che stiamo registrando) preferiremmo la vecchia dimensione live. I motivi sono tanti e sono legati alla nostra sensibilità e capacità di emozionarci di fronte a persone vere. Siamo sempre molto a disagio davanti a delle telecamere. Suonare live davanti a un pubblico è come “fare l’amore”, mentre crediamo che fare lo stesso di fronte a dei macchinari e basta equivalga a guardare un film porno… un conto è guardare, un conto è fare.
Massimiliano viene dai Novembre, una delle band di spicco nella scena Metal italiana e che anche all’estero ha un suo seguito importante. Mi rivolgo proprio a Massimiliano: pensi che la tua lunga permanenza nei Novembre abbia influenzato in qualche modo lo stile compositivo degli Oceana? E qual è la cosa più importante che hai imparato suonando e componendo nei Novembre?
Assolutamente sì! Venti anni insieme non sono un giorno: si cresce insieme e ci si influenza a vicenda. Certamente con gli Oceana proponiamo un “messaggio” diverso (musicalmente parlando), ma il mio modo di comporre, arrangiare, gestire i cambi di tonalità non è diverso rispetto a ciò che ho sempre fatto coi Novembre. La lezione più grande che ho imparato con i Novembre è bisogna fare sempre tutto con estrema serietà e tenendo in considerazione OGNI aspetto, non solo il suonare.
Mi rivolgo sempre a Massimiliano: durante tutto il periodo in cui hai militato nei Novembre, e quindi gli Oceana erano stati fermi, hai mai pensato di riprenderli e fare due carriere parallele? Oppure era necessario prendere la tua via per esprimere te stesso al meglio?
Semplicemente mi sono dedicato full time agli Oceana in un periodo in cui eravamo inattivi coi Novembre. Da quando io e Sancho (Alessandro Marconcini, il batterista) abbiamo svegliato la band dal letargo, non ci siamo mai fermati: in modo del tutto naturale abbiamo iniziato a lavorare duramente e con molta serietà. Cosa che ci permette di realizzare un disco all’anno senza sacrificare la qualità delle canzoni e del nostro obbiettivo.
Noi veniamo da un periodo in cui si andava avanti a CD, ma soprattutto a cassette registrate e passate di mano in mano tra amici. La musica si viveva anche in un contesto sociale molto più sentito a mio avviso rispetto a oggi: c’erano le comitive in base ai generi musicali (un esempio conosciamo molto bene era la comitiva di Piazza di Spagna eheh!), ci si scambiavano cassette e CD, si andava ai concerti in gruppo e, in tutta onestà, la musica come fenomeno sociale aveva tutto un altro sapore. Oggi invece qualcosa è andato perso a causa della digitalizzazione, mi viene in mente il fenomeno Spotify dove si ascolta musica per pochi euro al mese. Mi sono sempre chiesta una cosa: cosa ci guadagna un artista a mettere la propria musica su piattaforme digitali? Non pensate che questo nel futuro porterà alla totale estinzione della musica su CD e simili? Anche se noto che, ultimamente, c’è un timido ritorno persino all’audiocassetta. Non è in qualche modo un segno di nostalgia per i nostri tempi?
Parlando delle piattaforme di streaming possiamo dire soltanto che alla fine fece bene Lars ai tempi di Napster… noi non facciamo un soldo grazie allo streaming, ANZI…
È un argomento tristissimo che ci rende inermi. I CD probabilmente si estingueranno e la gente comune si godrà i loro “bei” file mp3 a bassa risoluzione o i vinili, penalizzando la qualità del missaggio… L’unica cosa buona dei vinili è che puoi goderti una bella copertina in un formato più grande e valorizzante, ma in quanto a suono…bah…tanti soldi spesi per avere i migliori produttori per poi ridurre un bel suono a un semplice suono… I nostalgici ci sono sempre, ma vedono anche la musica come merchandise, come oggetto… se davvero amassero la musica, PRETENDEREBBERO un cd o un file a 24bit 96khz… e invece no, cassette, vinili…
Tornando al nuovo lavoro: anche gli studi di registrazione sono cambiati, ossia da Dan Swanö. a Giuseppe Orlando. Come mai questo cambio?
In realtà, da Giuseppe abbiamo solo registrato le batterie e faremo il missaggio nel suo studio: tutto il resto lo stiamo registrando nello studio personale di Massimiliano (dove compone, arrangia e lavora esclusivamente per Oceana). Una volta finite le riprese, porteremo tutto il nostro materiale ed il nostro hardware nello studio di Giuseppe, dove lui e Massimiliano mixeranno “a due mani”. È stata una nostra scelta ben precisa solo per ottenere il meglio sotto tutti i punti di vista.
Sempre restando in tema: avete in mente anche un nuovo video promozionale? E come è nata l’idea base di ‘You don’t know’, tra l’altro molto bello e professionale! C’è un qualche nesso tra la cultura asiatica, e in particolare quella nipponica, e la filosofia che si cela dietro il nome di Oceana?
Ti ringraziamo e siamo contenti che ti sia piaciuto il video! Martina McLean di Sanda Movies ha carpito perfettamente la nostra “visione” e l’amore per il Giappone che Massimiliano ha fin da bambino. Stiamo già pensando al primo singolo del nuovo album, ma ancora c’è tempo… per ora possiamo dirti che il legame tra Oceana e Giappone continuerà anche col prossimo album, ma preferiamo non spoilerare nulla, per ora! 🙂
Avete iniziato i lavori per il secondo full in piena pandemia e con tutte le difficoltà del momento. Quanto pensate abbia influenzato e ancora possa influenzare gli Oceana e in generale gli artisti un periodo storico come questo che stiamo vivendo? Tra restrizioni, regole da rispettare, socialità ridotta e tutto il resto ne abbiamo vissute, eppure qualcuno vede questo tempo come qualcosa da cui prendere spunto per fare un balzo in avanti. Voi ci credete in questo? E se sì, in che modo?
La pandemia ci ha dato sia dolori che grandi momenti di riscoperta, per non parlare del tempo a disposizione per scrivere musica, ma in tutta onestà preferiamo un sincero “no comment” piuttosto che parlare ancora del Covid. Direi che è arrivato il momento di non cercare più scuse e cominciare a pensare al domani… A noi non interessa il Covid. Vogliamo solo fare musica, stare con le nostre compagne/mogli/figli/amici e poter vivere senza essere incazzati col mondo intero. Basta con questa rabbia: le vere prigioni sono altre e non ti permettono di vedere Netflix tutto il giorno…
Elencate cinque aggettivi che meglio rappresentano gli Oceana dicendo anche perché. Domanda per coloro che leggono questa intervista con curiosità e che non vi conoscono!
Bella domanda! Difficile!
- Appassionati: amiamo veramente scrivere musica. Più di ogni altra cosa.
- Seri: non ci siamo mai presi una pausa e non c’è stato un giorno in cui non abbiamo lavorato al nuovo album. In particolare Massimiliano. Non vede la compagna da più di 6 mesi e, tra lezioni di canto, composizione, produzione ed esecuzione delle sue parti, non ha mai mollato. Sancho anche è stato presentissimo, quasi quanto Massimiliano. Quei due sono sempre come due gemelli siamesi: è dal ’93 che non si staccano. L’esempio vivente della parola “Amici”.
- Empatici: tutto ci tocca e ci emoziona/commuove. Spesso preferiamo non assistere a certe cose perché ci divora il fegato e l’Anima…
- Comici: abbiamo un modo tutto nostro di scherzare che in pochi possono capire! (LOL) Giusto chi ci conosce sa quanto possiamo diventare cazzoni, ahahahahah
- Puntuali: odiamo i ritardi ed i ritardatari. Molto più delle zanzare tigre.
Ci sono dei particolari traguardi che volete raggiungere con la vostra musica? E quali avete raggiunto fino ad ora?
L’unico traguardo che ci prefiggiamo è quello di continuare a scrivere dischi finché saremo vivi e campare di quello. L’abbiamo raggiunto? Non lo sappiamo, ma ci stiamo mettendo tutto noi stessi.
Ora giungiamo alla conclusione e lasciate un saluto o un messaggio al nostro portale, ai lettori di questa intervista e a me (ahah, ovviamente!). Vi ringrazio ancora per la vostra disponibilità augurandoci di risentirci presto per l’uscita del prossimo lavoro, e magari con un’intervista dal vivo!
Intanto cominciamo con ringraziare te, cara Federica (ci conosciamo da una vita intera!) e ti ringraziamo davvero tanto per questa splendida intervista! Poi, non possiamo non salutare tutti i lettori e ringraziare loro ed i nostri fans, autentico carburante per la nostra musica! Siete veramente la cosa più bella che abbiamo. <3
Grazie a voi ragazzi che in certi momenti siete anche riusciti a farmi sorridere, in particolar modo parlando di voi nella domanda dei cinque aggettivi: chi se li scorda i pomeriggi passati al Burger King!
Grazie agli Oceana che hanno dedicato parte del loro tempo alle mie domande, e alla Time to Kill per aver fatto sì ciò avvenisse!
Spero anche che qualcuno si sia incuriosito e sia andato ad ascoltarli leggendo le domande, ma soprattutto le loro risposte perché in fondo è questo lo scopo di un’intervista, oltre al piacere personale!
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