Ott 20, 2021 | 0 commenti

Angel: il vampiro con l’anima

Ott 20, 2021 | Charisma Carpenter, Cinema, David Boreanaz, Joss Whedon, Old but gold | 0 commenti

La notte, le strade di Los Angeles possono essere un luogo molto pericoloso. Demoni e vampiri vanno a caccia di carne fresca. Ma nessuno di loro l’avrà vinta, non finché ci sarà lui a proteggere gli innocenti: Angel, il vampiro con l’anima.

Il mito dell’eroe oscuro

Nel 1999, i panni di personaggio secondario gli diventano stretti, e così l’ombroso Angel si ritaglia la sua personale serie televisiva. Paladino delle anime che si perdono nelle pieghe della notte, il nostro vampiro con l’anima preferito si trasferisce a Los Angeles. Qui, con l’aiuto della bella Cordelia e di un nuovo demoniaco amico, Doyle (interpretato da Glenn Quinn, morto nel 2002 per overdose da eroina, a cui venne dedicato l’episodio della quarta stagione Un viaggio lungo un giorno), mette in piedi un’agenzia investigativa.

David Boreanaz and Glenn Quinn in Angel (1999)

David Boreanaz and Glenn Quinn in Angel (1999) © IMDB

Pronto a sfidare il male per redimersi dal passato, l’ombra di un’antica profezia guida il suo cammino; una profezia che forse un giorno gli regalerà l’umanità che tanto sogna. A cavallo tra il suo alter-ego Angelus e un presente di felicità negata, Angel diventa un vero e proprio eroe oscuro.

Ma che cos’è un eroe oscuro? È quel personaggio che vive nel bene anche se è nato nel male, che ci affascina con un passato tenebroso e ci spinge a credere in lui. Nonostante sia combattuto tra le forze opposte di luce e tenebra, ci fidiamo delle sue buone intenzioni e sappiamo che farà sempre la cosa giusta. Angel possiede tutte queste qualità; appena accennate durante le sue comparse in Buffy L’Ammazzavampiri, diventano parte integrante del suo personaggio nel telefilm che gli appartiene, acquisendo anche un pizzico di sarcasmo che l’ha aiutato a venire fuori dal guscio.

Gli aiutanti contro il male

Il mattino di Los Angeles ci sorprende, come ogni giorno. Dopo un bicchiere di sangue, accompagniamo Angel in ufficio e scopriamo che sono già tutti al lavoro. Cordelia aiuta Wesley a fare delle ricerche; Fred sta esaminando il veleno di un demone; Lorne risponde al telefono per registrare i nuovi casi; e Gun è appena tornato da una caccia, ricoperto da fluidi verdastri. La solita routine.

Il male non si ferma mai, demoni e vampiri sono sempre alla ricerca di nuove prede, e l’eroe solitario non può fare a meno dei suoi aiutanti. La squadra contro l’Inferno è pronta, pur con tutti i suoi difetti.

Ogni membro ha il suo speciale ruolo che lo rende unico e indispensabile. Ma questo non basta a preservarli dall’oscurità, che striscia e si diffonde facendoli cadere più di una volta. Decisi a salvare il mondo dall’Apocalisse, fanno scelte difficili, che a volte li mettono uno contro l’altro. Sono esseri umani anche loro, dopotutto, e la loro anima è contesa, conserva il bene ma può cadere facilmente in errore, rischiando di servire il male.

Come una famiglia, si sostengono a vicenda e per cinque lunghe stagioni ci fanno sentire parte della squadra.

La presenza infestante di Spike

James Marsters in Angel (1999)

James Marsters in Angel (1999) © IMDB

Nonostante Angel presenti fatti e vicende a sé, mantiene un filo conduttore che lo unisce a Buffy L’Ammazzavampiri. È per questo che in alcuni episodi troviamo la stessa Buffy, la cacciatrice Faith e, ciliegina sulla torta, non poteva mancare Spike.

Nell’ultima stagione, girata quando Buffy L’Ammazzavampiri era ormai terminato, il secondo vampiro con l’anima acquisisce un ruolo fisso in Angel, gettando una scintilla sui tizzoni quasi freddi della serie. Ancora una volta, il vampiro più irriverente di tutti i tempi si scava un posticino nel nostro cuore, mostrandoci il legame di contorta fratellanza che lo lega da secoli ad Angel.

Charisma Carpenter as Cordelia in Angel - Season 2

Charisma Carpenter as Cordelia in Angel – Season 2 © IMDB

Forse la serie stava perdendo ascolti, e Joss Whedon sperava che la presenza di Spike animasse il pubblico; non si conosce l’esatto motivo per cui sia stato necessario resuscitare un vampiro che in Buffy L’Ammazzavampiri aveva dato la vita per salvare il genere umano e chiudere una volta per tutte la Bocca dell’Inferno di Sunnydale. Tuttavia, quello che è certo, è che la presenza insolente di Spike non è stata sufficiente a impedire di mettere la parola fine dopo la quinta stagione di Angel.

Il ruolo femminile

Cordelia finisce per essere posseduta da un’entità superiore. Quest’entità superiore, di sesso apparentemente femminile, rischia di distruggere l’umanità. Winifred viene posseduta dall’antico demone Illyria che ne distrugge l’anima, assumendo le sue fattezze. L’avvocato Lilah, dirigente del malefico studio legale Wolfram & Hart, ha tutte le sfumature della femme fatale.

Thomas Burr, Christian Kane, and Stephanie Romanov in Angel (1999)

Thomas Burr, Christian Kane, and Stephanie Romanov in Angel (1999)) © IMDB

Da questo riassunto è facile dedurre quanto controversi paiano i ruoli dei personaggi femminili all’interno di questo telefilm. Se in Buffy L’Ammazzavampiri, l’emancipazione femminile porta Willow e la stessa Buffy ad avere due ruoli di grande spicco e forza interiore, in Angel la figura femminile assumi connotati più ambigui. La purezza di spirito di Cordelia la condanna per sempre, e la curiosità di Fred diventa causa della sua morte; Lilah serve il male, ma si innamora di un paladino del bene.

Nonostante la loro grande forza, le donne sembrano più soggette all’influenza maligna e contribuiscono a consolidare il ruolo di eroe di Angel, che tenta ogni cosa pur di salvarle. In una sorta di bilanciamento delle parti, lo spin-off di Angel restituisce forza nella figura maschile, così minacciata dalla tenacia prorompente di Buffy.

In questo modo, Angel e Buffy, alla pari, si sono distinti insieme come guerrieri del bene.

Verso la fine

Nell’ultimo episodio della quinta stagione si nasconde il finale della serie, il quale, nel 2010, ha trovato seguito in un’edizione a fumetti: Angel – Dopo la caduta.

Procedendo verso la conclusione, ho notato un crescendo in malinconia e conversazioni riflessive, che calcano sull’importanza del momento e la gravità del sacrificio che i protagonisti sono disposti a compiere pur di far trionfare il bene.

Sin dal primo episodio dell’ultima stagione, si percepisce che qualcosa di grosso bolle in pentola; qualcosa che esplode nel corso dell’ultimo episodio, lasciando i nostri eroi soli davanti all’armata del male, suggerendo quale prezzo abbiano pagato pur di allontanare dall’umanità il potere malefico dei Soci Anziani.

La vita in cambio di un posto nella leggenda. Per questo più che Old but Gold, Angel diventa un Old but Legendary, rimanendo eterno capolavoro al fianco di Buffy L’Ammazzavampiri.

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