La Contessa (The Countess) è un film del 2009 scritto, diretto e interpretato da Julie Delpy, che tratta la storia della famigerata contessa Erzsébet Báthory. Il film, in Italia, è arrivato direttamente in televisione 2013.
Un dramma a tinte fosche, ispirato alla leggenda della contessa ungherese misto alle idee personali della regista.
La Contessa – Trama
La Contessa Erzsébet Báthory, rimasta vedova di Ferenc Nádasdy, cede al fascino del giovane Istvan, conosciuto durante un ballo.
Ben presto il giovane è costretto dal padre Gyorgy Thurzo ad abbandonare la donna per sposare la figlia di un ricco mercante.
Convinta di essere stata rifiutata a causa della non più giovane età, Erzsébet cade vittima di una ossessione sempre più vicina alla follia: un banale incidente ai danni di una domestica la persuade che il sangue di giovani ragazze vergini possa ridare alla sua pelle la turgidezza della gioventù, impedendole d’invecchiare.
Recensione
“La Contessa” è un film dai toni cupi ma patinati dove il contesto storico è solo abbozzato.
Fotografia e ambientazione molto eleganti, costumi da elogiare, una sceneggiatura degna dove la regista ammette di essersi concessa molte libertà nella trama rispettando naturalmente i principali avvenimenti storici.
Abituata alla crudeltà fin da bambina, le ben note gesta sanguinarie di Erzsébet e l’ossessione per la giovinezza, qui vengono attribuite a una storia d’amore contrastata e bloccata sul nascere, raccontata con un occhio compassionevole e quasi comprensivo che purtroppo, non permette d’indagare a fondo nell’animo più oscuro della protagonista.
Virando sul dramma d’amore, la Delpy pare quasi voler ridimensionare la leggenda nera di una donna costretta a difendersi dagli sciacalli desiderosi d’impadronirsi delle sue ricchezze e del suo potere, a ogni costo.
Il film quasi nega le efferatezze compiute dalla sanguinaria contessa: sono perlopiù storie tramandate dai vincitori come afferma la voce narrante di Istvan, artefice suo malgrado, della condanna della contessa e senza che gli fosse concesso di vedere la famigerate prove a discapito di Erzsébet.
Le critiche
Non passarono inosservati alla critica i “vaneggiamenti” della Bathory ormai murata viva nel suo castello di Cachtice che danno al film un’intensa deriva femminista:
“In guerra centinaia di uomini vengono uccisi e lasciati a marcire eppure glorifichiamo i nostri guerrieri, diamo loro corone di alloro e onori ma io non ottengo che tormenti”.
Da notare quanto Julie Delpy attraverso le parole della contessa, attribuisca (giustamente) agli uomini i mali del mondo e le ingiustizie della storia:
“L’uomo ha creato Dio a sua immagine e questo gli permette di dominare qualsiasi cosa, uccelli, leoni, alberi e donne!
Vorrei essere nata uomo, ne avrei uccisi a migliaia nelle battaglie, conquistato paesi, bruciato streghe, sarei stata un eroe!”
Il cast
Non meno notevoli Anamaria Marinca nei panni della “strega” e confidente Darvulia e Sebastian Blomberg che interpreta l’oscuro e ambiguo conte Vizakna.
Due personaggi in contrapposizione nei confronti della protagonista; Darvulia la ama e cerca di proteggerla dagli altri e da sé stessa, Dominic Vizakna ne asseconda il lato oscuro per suo piacere e per fini politici.
Daniel Brühl nei panni di Istvan Thurzo regge a fatica il confronto con il carisma di Julie Delpy/Bathory.
Conclusioni
Consiglio vivamente questo film sanguinosamente romantico che ho rivisto più volte e apprezzato davvero tanto. L’insieme risulta cupo quanto basta a non rovinare l’aura gotica ed elegante che la Delpy ha saputo magistralmente creare.
La storia d’amore con il giovane Istvan e il fatto che a questi viene negato il constatare personalmente le vittime della Contessa, fa sì che la leggenda nera ceda il passo alla versione politica sottolineando il fatto che una donna potente, ricca e sola, inevitabilmente soccombe in un mondo dominato dagli uomini.
Eccellente la scena finale dove Istvan lascia la sepoltura della sua amata contessa pieno di dubbi su chi sia stata davvero:
“era davvero colpevole di tutti gli omicidi o fu mio padre a fabbricare la maggior parte delle prove?
L’unica cosa che so è che qualunque cosa fosse l’ho amata profondamente e sono convinto anche lei mi abbia amato, ma questo alla storia non interessa…”
Ho amato questo film e amo la Bathory, è una figura storica di cui ho sempre subìto il fascino e questo è un film che seppur romanzato, non ne intacca la forza, l’intelligenza, il potere e l’aura oscura che l’ha resa davvero immortale.
Come ho scritto in un articolo a lei dedicato, non ci è dato sapere quanto di vero ci sia nella leggenda ma in ogni mito c’è sempre un pizzico di verità!
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