Il vampirismo sanguinario: le statistiche ed il supporto
Nei siti web Theredcellar.com, Vamped.org e Sanguinarians.com vi sono centinaia di articoli redatti in modo molto professionale e oggettivo su come eseguire prelievi venosi in sicurezza, come e dove rivolgersi per accedere (negli Stati Uniti) a corsi para-infermieristici allo scopo di acquisire maggiori conoscenze anatomiche e l’uso corretto dei vacutainer (provette da prelievo) fino a come preparare in casa additivi finalizzati alla conservazione del sangue.
La prima cosa che si può notare navigando in queste piattaforme è la definizione “medsang” che può essere tradotta in qualcosa di molto simile a “sanguinari-medicina”. La parola vampiro è assente e il bisogno di energia prana non viene mai menzionato.
Gli amministratori e i redattori degli articoli infatti, pur rilasciando la loro esperienza ed il loro personale punto di vista di “bevitori di sangue”, non avallano alcuna teoria a sostegno del loro bisogno delegando e auspicando risposte dalla comunità scientifica con la quale esiste una costante collaborazione attraverso la raccolta di interviste, sondaggi e statistiche.
Le statistiche
La giornalista e ricercatrice freelance Erin Chapman, autrice di svariati articoli riguardo non solo il vampirismo sanguinario ma sui vampiri della tradizione, leggende e comunità reali, nel 2019 ha condotto un sondaggio molto dettagliato sulle comunità sanguinarie.
Su 100 interpellati, 73 persone hanno risposto a 151 domande incentrate su stile di vita, abitudini sociali, eventuali problematiche fisiche e/o psicologiche al fine di ottenere modelli statistici che aprano la via a vere e proprie ricerche in campo medico.
L’anno di nascita degli intervistati va dal 1966 al 2001, quasi il 74% vive negli Stati Uniti. Il 93,15% afferma di bere sangue da donatori umani consensuali. Il 78,08% si assicura regolarmente della salute del proprio donatore. Quasi il 43% si nutre alternando sangue animale. Il 46,58% dichiara di avere una relazione intima col proprio donatore.
Quello che risulta maggiormente significativo che in caso di “astinenza”, in una percentuale che va dal 55% al 62% circa tutti gli intervistati hanno riferito problematiche relative all’assorbimento dei cibi (intolleranze e/o allergie), crampi allo stomaco e nausea.
Sfiorano il 68% coloro che dichiarano, invece, di soffrire anche di problemi muscoloscheletrici come mal di testa e dolori articolari. Una forbice meno ampia riguarda l’estrema sensibilità della pelle (41,10%) e problemi di vista (34,25%). Ma il 64,38% dichiara di aver conosciuto la depressione ed il 63% di andare incontro alla stanchezza cronica e alla demotivazione.
Per chi voglia visualizzare i dati completi indichiamo il sito vamped.org
Tutti i partecipanti al sondaggio hanno dichiarato che i malesseri appena citati regrediscono fino a sparire del tutto a fronte di un “nutrimento” regolare.
Caratteristiche comuni ai sanguinarians pare siano la scarsa tendenza ad ammalarsi, l’iperattività serale/notturna, almeno uno dei cinque sensi maggiormente sviluppati, maggiore resistenza e forza fisica ed una spiccata empatia.
Tali risultati sono stati pubblicati a settembre 2019 su Morbidplanet.com e ripresi dai siti Theredcellar.com e Vamped.org.
Il parere professionale del dott. Thomas Ganz sul vampirismo sanguinario
Qui è possibile, inoltre, leggere le interviste concesse dal dott. Tomas Ganz, Professore di Patologia del Dipartimento di Medicina e Medicina di Laboratorio presso l’Università della California di Los Angeles e ricercatore presso il centro per i disturbi del ferro dell’UCLA, allo scrittore Robson e alla giornalista Erin Chapman riguardo l’assunzione di sangue.
Vari articoli, nel corso del 2015, hanno citato il dott.Ganz per le sue opinioni riguardo il consumo di sangue in relazione ai vampiri auto-identificati.
Analizzando le sue dichiarazioni si evincono, oltre all’enorme disponibilità riguardo l’argomento, due linee di pensiero parallele. La prima in cui afferma che il benessere ricevuto dal bere sangue sia dovuto all’effetto placebo e dunque di natura psicologica, citando testualmente:
“…i medici stanno ancora facendo i conti con il modo in cui il nostro cervello può controllare la nostra salute in modo molto reale e fisico.
È probabile che negli atti del vampirismo sanguinario vi sia un forte effetto placebo, simile all’ingestione di polveri amare, liquidi dai colori vivaci o altre sostanze che non hanno l’aspetto o il sapore dei cibi convenzionali.
Questo effetto può essere ulteriormente migliorato se c’è una componente rituale associata all’ingestione e se l’individuo avverte un senso di una sorta di esclusività”.
Un interessante quesito
È interessante come Robson nella stessa intervista sposta l’attenzione del Dott. Ganz sul fatto che lo stomaco umano non è predisposto all’assimilazione ed alla digestione del sangue.
Berne regolarmente dovrebbe provocare disturbi digestivi oltre ad episodi di vomito e intossicazione e questo di sicuro accadrebbe alla maggioranza delle persone. Come mai ad alcuni porta beneficio?
Come mai alcune persone metabolizzano questa sostanza?
“La quantità esatta, il limite oltre il quale ci si ammala, non è stabilito in modo preciso
A livello nutrizionale, 100 ml (3,3 once) di sangue contengono 12-15 g di emoglobina (proteine) che contiene 40-50 mg di ferro, 8 g di altre proteine, 0,9 g di sale, 0,1-0,2 g di zucchero e 0,1-1 g di grasso, a seconda di quando è stato consumato l’ultimo pasto prima della raccolta del sangue.
Quindi è un materiale salato ricco di proteine e ferro che risulta lassativo e altamente nutritivo tanto che gli uomini delle tribù Masai bevono latte arricchito con sangue di mucca fresco e questo ha senso perché il latte vaccino è una scarsa fonte di ferro e l’aggiunta di sangue lo rende un nutriente più completo.”
Tomas Ganz
In merito ai miglioramenti delle funzioni digestive-intestinali, il dottore li attribuisce al fatto che il sangue potrebbe modificare alcuni batteri del colon mentre lucidità, reattività e forza all’assimilazione maggiore di ferro.
“Il vampiro” ed il dottore
Raven Orthaevelve, sanguinarians di Washington, in una successiva intervista chiede al Dott. Ganz:
“nelle comunità abbiamo diverse teorie in base alla necessità di assumere sangue: una mancanza di micronutrienti o una lieve malattia da mutazione mitocondriale, o semplicemente un residuo atavico dei nostri antenati più carnivori, o una reazione epigenetica al trauma adolescenziale”.
Se qualcuno di questi fosse vero, come potremmo provarli?
“L’unico modo è studiare i sanguinari come comunità, svolgere interviste dettagliate e prelievi di sangue, e questo non è stato fatto”.
Tale ricerca è molto impegnativa in termini di risorse umane e finanziarie. Quindi ci vorrebbe qualcuno con una forte motivazione e accesso alle risorse per intraprenderla.
È giusto aggiungere che è difficile trovare medici disposti ad affrontare simili argomenti. La maggior parte di loro tende a relegare determinate condizioni a fattori psicosomatici.
Il dottor Tomas Ganz è stato il primo medico a dare opinioni rispettose, perspicaci e ben ponderate riguardo il vampirismo sanguinario.
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