Dic 25, 2021 | 0 commenti

Ted Lasso, Canto delle Campane: foreshadowing astuto e studio dei personaggi

Dic 25, 2021 | Brendan Hunt, Brett Goldstein, Cinema, Hannah Waddingham, Jason Sudeikis, Juno Temple | 0 commenti

Canto delle Campane è il quarto episodio della seconda stagione di Ted Lasso. In quanto episodio aggiunto alla serie solo dopo la programmazione della seconda stagione, ha l’opportunità di funzionare sia da filler che da immersione nelle vite dei vari personaggi che non sarebbe facile realizzare in un episodio più incentrato sulla trama della storia principale. In questo articolo facciamo un tuffo dettagliato in ogni singolo aspetto della storia che aggiunge alla serie. Spoiler in abbondanza!

Canto delle campane  – Trama

Anche a Richmond, come nel resto del mondo, sono arrivate le festività e questo Natale si prospetta l’occasione perfetta per dei team-up sorprendenti in questo episodio distaccato – ma non per questo meno rincuorante – della serie tra commedia e drama. Assisti a Rebecca che porta Ted in missione segreta per aiutare i bambini meno privilegiati di Londra, Roy e Keeley che intraprendono un viaggio nel vicinato alla ricerca di un miracolo per Phoebe, e alla famiglia Higgins che da il benvenuto ai nostri calciatori preferiti che si trovano lontani da casa.

L’episodio

Il Ted Lasso che conosciamo e amiamo

Se siete qui da un po’, potreste aver già letto le mie recensioni per la prima e la seconda stagione di Ted Lasso e probabilmente saprete già che ero piuttosto scettica su quanto Canto delle Campane si adattasse con il resto della serie.

Ora che è finalmente arrivato il freddo ed è anche Natale e non più quelle che credo siano le stesse temperature che Lucifero affronta regolarmente all’inferno, sono in grado di dare uno sguardo più oggettivo all’episodio e quello che ha aggiunto alla serie nella sua interezza e a sé stesso come storia individuale. Come tutti sappiamo, approfitto di ogni scusa per rivedere Ted Lasso e l’ho fatto ormai un bel gran – e probabilmente malsano – numero di volte fin’ora, quindi non si tratta affatto di una seccatura per me. Davvero, avrò raggiunto le centinai di rewatch fin’ora ed è un numero che continua a crescere. In ogni caso, questa recensione non è su di me e delle mie strane tattiche di sopravvivenza, quindi procediamo!

Prima di cominciare, posso già premettere che credo che Canto delle Campane sia perfettamente in linea con il tipo di conforto a cui Ted Lasso ci ha abituati. Potrebbe, infatti, andarci persino più pesante del solito al riguardo e sfociare un po’ nello smielato proprio per questa ragione.

Vecchia squadra, nuove tradizioni

La scena iniziale dell’episodio ci da un assaggio della squadra unita finalmente come una famiglia. Canto delle Campane arriva subito dopo l’importante protesta di Sam contro lo sponsor della squadra e il passo avanti di Jamie nel guadagnarsi la fiducia e il perdono dei suoi compagni di squadra – e specialmente Sam.

La scena della squadra che si scambia i regali e in generale stato di buonumore è sicuramente una preferita dei fan, anche grazie al Babbo Natale più tosto che sia mai esistito: Isaac McAdoo. C’è molto da dire su che tipo di regali i giocatori preferiscono, e ci arriveremo a breve, ma farei un enorme disservizio se non prendessi un momento per parlare dell’incredibile look in cui il nostro amato capitano è vestito.

Isaac siede al centro dello spogliatoio, un re del calcio sul suo trono, in un sontuoso vestito di Babbo Natale in velluto rosso che nemmeno Babbo Natale in persona sarebbe in grado di indossare. E dall’alto del suo piedistallo, dà il segnale al resto dei giocatori di scambiarsi i loro regali del Babbo Natale Segreto, una tradizione che scopriamo poco dopo è stata portata al Richmond da Ted insieme a dei meritatissimi giorni liberi per Natale.

Dunque che tipo di regali piace ricevere a un gruppo di giovani e atletici giocatori di calcio? Beh, soprattutto alcohol.

Con l’eccezione di Bumbercatch che – l’universo benedica il suo dolce, genuino cuore – ha sferruzzato un’intera sciarpa (non un’impresa facile, riconosceranno gli esperti del mestiere) per Colin, il resto della squadra si è scambiato da un lato all’altra bottiglie piene dei più celebri dei liquori. È allo stesso tempo un dettaglio esilarante e perfettamente in linea per il tipo di personaggi rappresentati come i bellocci dell’AFC Richmond: ventenni buffi, con sicurezza affascinante e di buon cuore a cui piacciono tantissimo le proprie vite di lusso.

Persino Will, il nuovo magazziniere, partecipa allo scambio. L’intera squadra gli ha donato una scatola piena di banconote, un regalo semplice ma sicuramente apprezzato da qualcuno in un ruolo che abbiamo scoperto nella prima stagione attraverso Nate non paghi proprio benissimo.

Affianco agli spogliatoi, nell’ufficio degli allenatori, Ted, Beard, Nate, Higgins e Keeley scambiano regali e parlano dei propri piani per la festività. Nate ha regalato a Ted una foto incorniciata della prima partita vinta dalla squadra in cui lui e Nate si abbracciano con sopra un’inscrizione commovente. Scopriamo anche che il padre di Nate è un tipo difficile e che la relazione di Beard con la fidanzata – la bella innamorata che abbiamo conosciuto per la prima volta nell’episodio di gala della prima stagione – non procede molto bene. Al contrario, sia Keeley che Rebecca hanno piani fastosi: la prima celebrerà “Natale Sexy” – piuttosto auto-esplicativo – con Roy, mentre la seconda è stata invitata ad una festa a casa di Sir Elton John. Higgins, dal canto suo, apre casa a qualsiasi membro della squadra si trovi lontano dalla famiglia e voglia aggregarsi alle celebrazioni degli Higgins. Ted, sorprendetemente, passerà la giornata da solo. Ad essere precisi, la passerà in videochiamata con suo figlio negli States ma effettivamente sarà a casa da solo.

A prima vista, sembrano tutti dettagli superficiali che servono solo ad avanzare la trama dell’episodio. È solo con il quadro più ampio dell’intera stagione che ci rendiamo conto che, oltre ai piani di Keeley e Rebecca, tutto ciò che viene detto sulle intenzioni di Nate, Ted, Beard e persino di Higgins funziona da astuto e sottile foreshadowing per futuri sviluppi.

Il regalo di Nate a Ted diventerà un motivo di disputa piuttosto serio nel conflitto principale della serie causato anche dalla relazione di Nate e suo padre, la dinamica poco salutare tra Beard e la fidanzata peggiorerà e verra esplorata ancora di più nell’episodio incentrato su di lui, e il ruolo di Higgins che diventa una specie di genitore per l’AFC Richmond sarà utilizzato da diversi membri del cast che chiederanno consiglio durante il resto della stagione.

Dopo questo scambio sugli impegni di Natale, scopriamo che Jamie ha decisamente frainteso il significato di Babbo Natale Segreto e non ha comprato un regalo perché, come dice egli stesso, “non voleva rovinare la sorpresa”. Fortunatamente, con l’aiuto del resto dello staff, riesce comunque a rimediare un regalo dell’ultimo minuto. Una mossa molto da Jamie, se posso permettermi.

La sequenza del titolo

Visto che questa è un’analisi a fondo di Canto delle Campane, vorrei mettere da parte qualche minuto della recensione per parlare della sequenza del titolo.

Come per ogni altro episodio, siamo accolti dall’energetico “Yeaaaaaahhhh” di Marcus Mumford, questa volta con uno scampanellio natalizio per immergerci nello spirito festivo. Quello che cambia, tuttavia, è l’aspetto visivo.

Il titolo di apertura, infatti, non è la solita sequenza di Ted che sceglie un posto nello stadio e diffonde magicamente la sua buona influenza sui sedili pieni di graffiti (una metafora più che adatta per l’effetto che Ted ha sul club calcistico di Richmond), ma piuttosto un adorabile cartone animato in stop-motion che include i giocatori principali del cast in tutta la loro gloria plastica.

Quando l’ho visto la prima volta, ho subito fatto la connessione con un altro episodio natalizio emblematico di un’altra delle migliori serie comiche che ci siano: Community. Il tutto si adatta perfettamente in quanto sia Ted Lasso che Community condividono il tema della famiglia costruita e dell’amabile protagonista intruso: Ted in Ted Lasso e Abed (interpretato dall’amore della mia vita e veterano del remake di Ducktales, Danny Pudi) in Community, anche se il secondo “intruso” lo è per lo più per il suo autismo implicito e non per uno spostamento geografico. Comunque sono entrambi senza dubbio il cuore della propria serie TV e rendono le persone attorno a loro migliori semplicemente rimanendo sé stessi.

I piani di Keeley e Roy

Come spiegato da Keeley, lei e Roy hanno intenzione di spendere una giornata da piccioncini creando una nuova tradizione chiamata Natale Sexy.

Questo piano, tuttavia, è sconvolto quando la sorella di Roy viene chiamata a lavoro per un’emergenza e Roy è incaricato di badare a Phoebe, che decide di portare insieme a lui a casa di Keeley. Phoebe sembra non aver preso bene la cosa e di punto in bianco, c’è bisogno di riorganizzare un po’ di cose.

È sempre piacevole vedere Roy e Keeley interagire in maniera positiva poichè, nonostante sia decisamente facile amare Juno Temple, il modo in cui la loro relazione è scritta e il palpabile amore di Roy per Keeley è sempre #relationshipgoals per tutti i romantici che stanno guardando – cosa che combatterò fino alla morte pur di negare.

Aggiungici poi la presenza gradita di Phoebe e l’intera dinamica prende una sfumatura domestica che non fa altro che accentuare ancora di più il segretamente gran cuore di Roy che si nasconde sotto tutta quella barba e quelle parolacce.

Il suo istinto protettivo poi è anche tirato fuori quando scopriamo che la ragione del cattivo umore di Phoebe è che è stata presa in giro da uno dei suoi compagni di classe – che Roy si offre immediatamente di pestare per difenderla, una reazione mirabile ma eccessiva – per via del suo alito abnormemente puzzolente.

Inizia quindi una missione attraverso il vicinato alla ricerca di un dentista che possa individuare la causa dell’anomalia.

Il Natale inaspettatamente affollato degli Higgins

Nel frattempo, presso casa Higgins, la famiglia è presa dallo scarto dei regali nell’attesa che quelli che saranno sicuramente pochi calciatori si uniscano alla famiglia per la cena di Natale.

In men che non si dica, però, quello che doveva un piccolo raduno si trasforma in una folla inaspettata quando quasi tutti i giocatori del Richmond lontani dalla famiglia si presentano alla porta degli Higgins con braccia piene di cibo e bevande tradizionali dei propri paesi d’origine.

Grazie ad un commento della Sig.ra Higgins, scompriamo che è un cambiamento positivo dalla solita risposta al loro invito di Natale dovuto probabilmente all’atmsoferma più familiale che si è creata nel club dall’arrivo di Ted. C’è, tuttavia, un problema: dove faranno sedere tutti?

È un problema che la coppia Higgins risolverà dietro le quinte perchè ci viene mostrata invece una sequenza di giocatori che si mettono comodi nella residenza Higgins e si integrano perfettamente con i fratellini Higgins come se fossero tutti parti di una sola grande famiglia. È un altro tocco magnifico che enfatizza non solo quanto la presenza di Ted abbia reso una famiglia il club di calcio, ma anche il ruolo che Leslie Higgins stesso ha preso per tutti i giocatori.

Il risultato è uno sguardo stravagante e spassoso allo spirito fanciullesco che è ancora presente in questi calciatori professionisti appena ventenni e quanto importante sia poter contare sulle persone che ti sono intorno nei momenti più malinconici dell’anno.

La malinconia natalizia di Theodore Lasso

E quella classica malinconia di Natale è certamente la caratteristica determinante dell’arco narrativo di Ted in Carol of the Bells.

Anche se il suo piano di spendere un Natale virtuale con suo figlio sembra inizialmente funzionare, non durerà al lungo. Molto presto, Henry Lasso viene distratto dai regali che ha ricevuto e Ted finisce per dover concludere la videochiama prima di quanto pensasse, rimanendo con un bel po’ di tempo avantato per il resto della giornata di Natale. È così che si ritrova mezzo sdraiato da solo sul divano con un bicchiere di whisky e un classico dei film di Natale americani in TV: La Vita è Meravigliosa.

Chi già conosce il film (io non ero tra questi fino a circa due giorni fa) riconoscerà immediatamente la scena che Ted sta guardando: il tentativo di suicidio del protagonista il giorno della Vigilia di Natale che da inizio alla storia.

È un argomento piuttosto pesante per un film di Natale, ma ancora di più per un episodio natalizio di una serie comica e a questo punto della stagione non abbiamo ancora abbastanza informazioni per sapere che è persino più deprimente per Ted in particolare a causa della morte di suo padre.

Come molte altre cose nell’episodio, è un altro pezzo di foreshadowing su quello che succedera in seguito.

Per fortuna, però, considerando che si tratta comunque di un episodio natalizio in una commedia dopo tutto, Ted viene salvato dal suo destino festivo proprio da Rebecca che, quando ha sentito il piano di Ted per la giornata, ha correttamente previsto che la cosa non avrebbe funzionato e si avvale dell’aiuto di Ted per trascinarlo via da casa e occuparlo con qualcosa che potrebbe portargli un po’ di gioia: aiutare i meno fortunati distribuendo regali di Natale ai bambini svantaggiati di Londra*. Ispirato all’iniziativa Letters to Santa di Poverty Alleviation Charities. Rebecca invita Ted in questa missione con un adorabile riferimento al momento “Hi Boss” di Ted della prima stagione: orpelli che formano le parole “Hi Ted” sulla strada dove affaccia la finestra di Ted.

Se siete fan dell’idea che Ted e Rebecca potrebbero finire insieme, questo momento manderà il vostro cuore in tilt. Non confermo né smentisco che sia esattamente quello che ho provato anche io.

L’incontro delle storie

Tutte le trame vengono risolte come uno si aspetterebbe. I clichè di Natale sono tante cose e prevedibili è sicuramente una di queste.

Keeley e Roy riescono a trovare un dentista nell’ultima casa della strada ed ella individua la causa del cattivo alito di Phoebe in un nuovo antistaminico che ha cominciato a prendere e le scrive una ricetta che dovrebbe risolvere il problema solo poco prima che scopriamo che la dentista è anche la madre del ragazzo dei Duelfie che guarda caso è anche un grosso fan di Keeley Jones.

Dopo una foto veloce, la loro missione si conclude con un valido tributo a Love, Actually in cui Phoebe visita la casa del suo bullo con un blocco di cartoncini che richiamano il suo comportamento proprio carino e fanno anche una velata minaccia di non farlo mai più se non vuole avere a che fare con la furia di Roy.

Dopo aver concluso il generoso giro della città, Rebecca e Ted condividono un momento di sincerità su cosa si prova a separarsi da un partner e che influenza ha sullo stato d’animo natalizio. Rebecca rivela che la ragione per cui sapeva che Ted sarebbe finito da solo a Natale è che ci è passata anche lei dopo il divorzio da Rupert e, alla fine, decide di rinunciare alla festa di Elton John per spendere il resto della giornata con Ted e imbarcarsi in un’altra missione segreta.

Nel frattempo, ci viene offerto un discorso commovente sull’importanza delle famiglie che costruiamo quando ci scegliamo gli uni con gli altri dalla bocca di Leslie Higgins. Higgins prende anche la premura di fare un brindisi a ciascuno dei paesi di origine dei calciatori – aneddoto: i paesi menzionati sono veramente quelli da cui vengono gli attori che interpretano i membri dell’AFC Richmond – e ringrazia di nuovo la squadra per aver reso il Natale degli Higgins allegro e luminoso. Non vi nascondo che mi ha fatto versare una lacrimuccia o due.

Le celebrazioni vengono interrotte da una misteriosa musica che viene da fuori, dove Rebecca e Ted, con l’aiuto di alcuni musicisti di strada che avevano incontrato in precedenza nell’episodio, stanno cantando delle canzoni natalizie. Vengono presto raggiunti dagli Higgins e dalla squadra in mezzo alla neve e noi pubblico possiamo goderci ancora una volta la voce straordinaria di Hannah Waddingham.

Canto delle Campane si conclude con un’inquadratura sul più piccolo degli Higgins che guarda in su e vede una slitta volante che si libra nel cielo. È tutto molto gaudioso.

Recensione

A seconda vista, nel quadro generale

Quindi come si regge Canto delle Campane quando rivisto con le lenti della stagione completa?

La mia opinione in realtà non è cambiata molto. Come ho detto nella mia recensione della seconda stagione, credo che sia questo che L’after hours di Beard siano una produzione televisiva abbastanza solida e che possono, presi individualmente, essere sia apprezzati che amati per ciò che presentano. Azzerderei persino a dire che, per alcune ragioni, preferisco questo episodio a quello sull’approfondimento di Beard. Il motivo è per lo più che il nono episodio non solo ha interrotto un arco narrativo che mi interessava particolarmente, ma anche che è molto più pieno di riferimenti che potrebbero risultare inaccessibili per qualcuno non è totalmente familiare con la cultura popolare statunitense.

Al contrario, Canto delle Campane è abbastanza semplice da seguire. Il Natale è bene o male uguale un po’ dappertutto nel mondo occidentale e quindi siamo già abituati al suo impacchettamento di gioia e allegria al punto che non c’è molto da concentrarsi per capire nell’episodio.

Detto questo, è anche vero che mi è piaciuto ancora di più dopo aver visto le risoluzioni del foreshadowing che presenta. Mi riferisco in particolare al padre di Ted considerando che il modo in cui è morto è accennato diverse volte durante la serie e ancora di più nella seconda stagione, ma è solo qualche episodio dopo questo che viene spiegato esplicitamente.

Ecco le cose che piacciono a me

Cos’è che fa funzionare Canto delle Campane?

Innanzitutto, credo che la parte migliore indiscutibile dell’episodio sia l’arco della cena di Natale dagli Higgins. Si tratta forse della prima volta che vediamo nella serie i calciatori del Richmond – o almeno la maggior parte di loro – passare insieme una quantità di tempo significativa come amici. Abbiamo un assaggio dell’amicizia e familiarità condivise che la squadra è finalmente riuscita a stabilire dopo l’arrivo di Ted e che stava probabilmente già cercando di creare prima di lui con poco successo.

È un aspetto che personalmente mi piacerebbe vedere di più nella serie. Anche se abbiamo già visto alcuni dei membri della squadra passare del tempo insieme fuori dagli spogliatoi – mi riferisco alla notte in discoteca di Jamie, Isaac e Colin interrotta da Roy -, non li abbiamo mai visti sotto questo un punto di vista così amichevole e conviviale. Il tutto è reso ancora più toccante dal fatto che chi li riunisce è un personaggio partito da un ruolo di esclusione in quella che ancora non era una famiglia. Sto parlando, ovviamente, di Higgins.

Ho anche amato l’opportunità che ha avuto di rallentare e accrescere dei momenti caratteriali con una progressione più graduale. Siccome questo episodio ha poco a che fare con l’arco narrativo più grande, ha lo spazio di respirare e sperimentare per farci vedere più chiaramente chi sono le persone per cui stiamo facendo il tifo.

Le scene di Ted sono un equilibrio e una scintilla perfetti per la sua personalità solitamente ottimista – che sappiamo a volte essere solo una maschera – e per quello che sarà il suo sviluppo personale nel resto della stagione. Ormai abbiamo già visto che Ted ha dei momenti di estrema solitudine malinconica e ciò ci ricorda ancora di più delle carenze di un personaggio che tutti vedono come il supporto dell’intera squadra. Possiamo meglio renderci conto che Ted è umano esattamente quanto tutti gli altri personaggi, non è perfetto, e non dovremmo aspettarci che lo sia. In più, la sua malinconia natalizia è estremamente riconoscibile per molti che devono affrontare le feste in solitudine perchè lontani dalla famiglia o perchè non ne hanno una da cui tornare, e si comporta allo stesso tempo come un contrappeso alla direzione che la storia che i calciatori – anch’essi impossibilitati a tornare a casa – prende durante l’episodio.

Quello che Canto delle Campane riesce a fare molto bene è mostrarci le persone dietro ai personaggi, come le loro relazioni sono evolute finora e accennare cosa ci aspetta per il resto della stagione.

C’è anche da dire che la mia sintesi degli eventi dell’episodio non è assolutamente comprensiva visto che molti dei piccoli momenti che lo punteggiano devono essere per forza visti perchè non avrebbero lo stesso impatto per iscritto. Mi riferisco alla storia di Roy di quando se l’è fatta sotto, ogni singola entrata dei calciatori dell’AFC Richmond a casa Higgins – con una menzione speciale a Zoreaux e alla conversazione tra Dani e Julie Higgins riguardo il punch – e al momento di tenerezza e comprensione condiviso da Ted e Rebecca.

Blu Natal

Probabilmente vi sarete accorti che non ho menzionato Keeley e Roy nella lista delle mie cose preferite nell’episodio. Il motivo è che credo che il loro arco sia forse il più debole tra quelli dell’episodio.

Non sto dicendo che non mi è piaciuto. Trovo che qualsiasi dimostrazione di domesticità che viene associata a Roy in quanto personaggio un po’ burbero e intenso sia magnificamente toccante e parecchio divertente. E lo è stato anche stavolta. Ci rendiamo conto di quanto perfetti insieme siano Roy e Keeley, quanto facile sia per loro mantenere una relazione reciproca e il tipo di sostegno che trovano l’uno nell’altra. In più, la piccola avventura di Phoebe è semplicemente adorabile.

Tutto sommato, però, non porta nulla di nuovo e non è particolarmente divertente a confronto con la comicità della serie nella sua interezza. Anche se, ad essere giusti, include una delle dimostrazioni di comicità fisica più divertente di tutta la serie grazie alla reazione di Brett Goldstein come Roy al cattivo alito di Phoebe.

Un’altra cosa che non ho amato alla follia anche se ne ho capito la scelta è il finale che ho trovato un po’ sdolcinato. Uno dei discorsi fatti al riguardo è stato che spinge il pubblico fuori dalla verosimiglianza della storia dell’episodio, il chè non è totalmente sbagliato. Inquadrando gli eventi in una lente magica, perde un po’ del realismo portato ad una serie che altrimenti sarebbe difficile considerare realistica in primo luogo. Il motivo è che Ted, bisogna ammetterlo, non è una persona che esiste. Nessuno è così inesorabilmente ottimista, ma è mostrato come una persona plausibile più di una volta e anche se è difficile immaginare che potrebbe esistere davvero qualcuno come lui nella vita vera, i suoi difetti rendono lui e la serie stessa più credibile. L’esistenza di un vero Babbo Natale invece… è un po’ una forzatura.

Uno cosa che ho reputato una piccolissima lacuna in Canto delle Campane, ma solo parlando da persona che ha visto già l’intera astagione e ha fatto una totale inversione nella mia opinione su Jamie Tartt, è, potreste averlo già capito, l’assenza di Jamie. E adesso vi spiego anche perchè non ho tutti i torti. Scopriamo già nella prima stagione – ed è ripetuto fermamente anche dopo l’episodio natalizio della seconda stagione – che Jamie non ha una buona relazione con suo padre. Se presumiamo che la madre di Jamie si trovi a Manchester mentre lui gioca a Richmond, non sarebbe poi così improbabile per lui scegliere di passare il Natale dagli Higgins, specialmente se prendiamo in considerazione il suo rinnovato e migliorato rapporto con la squadra. Ma questo è solo il parere mio e del mio mondo che gira intorno a Jamie Tartt.

Considerazioni finali

Ora che abbiamo parlato di ogni aspetto di Canto delle Campane in maniera approfondita, qual è l’impressione con cui siamo rimasti?

Come ho già detto sopra, sono ancora dell’opinione che questo e l’episodio su Beard siano un po’ fuori posto. Il mio godimento di Canto delle Campane, però, è sicuramente migliorato. Adesso che le temperature sono scese un bel po’ e posso finalmente riuscire a sentire lo spirito natalizio nell’aria, riesco ad apprezzare meglio quello che Canto delle Campane ha tentato di fare e persino la smielaggine che lo pervade.

Alla fin fine, vorremmo tutti sentirci felici in questo periodo dell’anno. Incontriamo amici e parenti che altrimenti non vedremmo e, se non altro, a tutti piace ricevere regali.

Per quanto riguarda i suoi meriti, la sceneggiatura è bene o male allo stesso livello del resto della stagione quindi una lamentela che non può essere avanzata, secondo me, è che non regge il confronto con gli altri episodi. Io invece credo di sì.

Una cosa che ho già detto e su cui credo di aver ragione è che questo episodio probabilmente avrebbe funzionato ancora meglio come uno speciale natalizio – tanto più se fosse più lungo, un vero e proprio Special di Natale della tradizione britannica -, anche se è pur vero che il foreshadowing sarebbe andato un po’ perso se fosse stato rilasciato dopo la stagione completa. Se posso raccomandare specificamente quando guardare Canto delle Campane durante un rewatch, probabilmente consiglierei di lasciarlo da parte come un pezzo separato del puzzle e di guardare la stagione senza questo nè L’after hours di Beard, che guarderei in separata sede.

A voi è piaciuto Canto delle Campane quando è uscito la prima volta? Pensate che regga il confronto col resto della stagione o funziona meglio da solo? Fatemelo sapere nei commenti e tenetevi aggiornati con Vampire’s Tears attraverso i nostri canali social!

Buone feste a tutti! E felicissimo anno nuovo!

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