Una nuova intervista sul nostro portale è quella a Davide Bottiglieri autore di Omicidi in si minore che abbiamo recensito qualche giorno fa.

Partiamo dal titolo, da dove nasce Omicidi in si minore e come mai il collegamento con la musica:

Il titolo fa riferimento all’opera di Liszt, “Sonata in si minore”, che l’autore compose tra il 1852 e il 1853 e che dedicò a Schumann, altro grande compositore, all’epoca rinchiuso in una clinica psichiatrica. Il libro, di fatti, si apre con l’appunto della moglie di Schumann, Clara, prima persona ad ascoltare l’omaggio di Liszt. Clara ne rimase profondamente turbata, tanto da annotare la sua inquietudine sul suo diario, descrivendo l’opera di Liszt “un cieco rumore “, un’accozzaglia di movimenti poco armonici che riproducevano uno spartito “troppo spaventevole”. Liszt era un visionario, la sua armonia disarmonica precorreva i tempi e, come parte dell’opera del compositore, anche il mio libro è diviso in movimenti: Lento assai, Notturno, Allegro energico e di nuovo Lento assai. La trama evolve seguendo il ritmo dello spartito, coordinandosi con l’evoluzione naturale del noir.

Cosa ha ispirato la trama del romanzo e quale dei tuoi personaggi per te è il più riuscito?

La trama di per sé non ha avuto ispirazioni, mentre i personaggi sono frutto di anni di studio interiore e non. Sicuramente Ljudevit è tra i personaggi più indovinati, ma credo di essere riuscito a dare giustizia a tutte le pedine sulla scacchiera. È stato uno dei compiti principali che mi sono prefisso al momento della stesura: rendere tridimensionale ogni personaggio presentato al lettore. Uno al quale sono particolarmente legato è sir Edward, raffinato e acutissimo signorotto inglese. Personaggi secondari nel primo capitolo diventeranno comprimari nel secondo, come il dottor Mesmer, altra figura a cui sono affezionato.

Se non sbaglio oltre alla serie di romanzi hai in programma anche una graphic novel dedicato al nostro Ispettore Alecsandri?

Sì! Questo è uno dei progetti che maggiormente mi entusiasma. La realizzazione della graphic novel è affidata al fumettista Salvatore Parola. Ci tengo a precisare che non sarà una semplice trasposizione del romanzo in chiave fumettistica, ma sarà impresso a fuoco il marchio del mio collaboratore. Sarà, per il lettore, vedere le cose da un altro punto di vista. Ovviamente la trama non subirà variazioni, tuttavia potrà cambiare angolo di osservazione. Già in due occasioni abbiamo realizzato anteprime ufficiali con esposizioni di tavole della graphic novel che sarà pronta prima di quest’estate e devo dire che il riscontro è stato più che positivo.

Racconteresti in breve la tua esperienza editoriale con Les Flaneurs Edizioni e ti sentiresti di consigliarla ad altri autori?

Mi ritengo fortunato ad essere nella scuderia della Les Flaneurs Edizioni. Ho conosciuto Alessio poco dopo l’apertura della sua casa editrice e questo forse ci ha legati ancora di più. Si può dire che siamo cresciuti insieme dal punto di vista professionale. Ho potuto vedere da vicino l’evoluzione della sua creatura, così come lui ha potuto assistere alla mia maturazione artistica. La Les Flaneurs Edizioni è una NoEap (casa editrice non a pagamento) con lo sguardo volto al futuro. Una delle principali qualità del mio editore è quello di evitare puntualmente la pericolosa fase di ristagno, reinventandosi ciclicamente, proponendo progetti sempre innovativi. Ha un arsenale sempre in crescita di collaboratori validissimi e può vantare numeri di vendite davvero impressionanti se contestualizzati alla sua giovane età. Ovviamente la consiglio a chiunque voglia confrontarsi con una realtà seria e trasparente.

Quali sono i tuoi prossimi progetti sia editoriali che in tema di eventi?

Eventi e progetti in cantiere sono numerosi. Terminata questa quarantena devo riprendere il calendario di presentazioni. Avevo in programma un tour in Puglia con date a Foggia, Bari e Monopoli. In più, sarò relatore in occasione della prima presentazione di un noir ambientato nella mia Salerno. Poi resta da organizzare la seconda edizione di CinemAzioni per i Diritti Sociali, che l’anno scorso ha vantato nomi di interesse nazionale come il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e padre Alex Zanotelli. Seguirà la preparazione della seconda edizione del Festival del Libro d’Autore, che sarà spostato a Salerno. Infine toccherà alla terza edizione di SalernoLibri, insieme al dott. Antonio Angieri. In tutto questo aspettiamo la pubblicazione della graphic novel ispirata a Omicidi in si minore e la pubblicazione del mio terzo libro, non inerente alla saga dell’ispettore Alecsandri.

Puoi anticiparci qualcosina riguardo a Prove per un requiem?

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p style=”text-align: justify;”>Prove per un requiem è un libro molto diverso da Omicidi in si minore. Chi ha letto il secondo e inizia ad approcciarsi al primo se ne accorge subito. Se non altro perché Prove per un requiem non è un noir, bensì un thriller e, come tale, rispetta regole e tempi differenti. Il continuum narrativo è preciso ed entrambi sono testi autonomi sebbene uno sia il sequel dell’altro. In Prove per un requiem sono numerosi i riferimenti al primo capitolo e il lettore ha ben chiaro cosa sia accaduto in Omicidi in si minore, tuttavia alla storia viene applicato un filtro diverso! La forte connotazione psicologica che contraddistingue il noir si attenua (ma non sparisce, tutt’altro!!!) e diventa preponderante il segno distintivo dei thriller: la suspense. I ritmi si alzano progressivamente fino a toccare livelli vertiginosi e il lettore viene strappato dagli aristocratici salotti a cui si è abituato con il primo libro, per essere catapultato nelle trafficate strade viennesi, pronto per un inseguimento o una fuga. 
Questa scelta tecnica è consapevole e atta a disorientare il lettore, trascinarlo lontano dallo zona di comfort e metterlo alla prova. Proprio come una partita a scacchi, ho mosso la mia pedina e invito a giocare.

Grazie Davide è stato un piacere per me leggerti ed intervistarti

Piacere e onore mio!

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