Il 19 ottobre è stata la notte horror del Phlegraean Film Festival. Villa Cerillo a Bacoli si trasforma per ospitare una serata dedicata all’orrore, al cinema, e alla paura.

In una serata imperdibile per gli amanti del genere, la Drazil Production, ideatrice del festival, mostra come un genere fin troppo bistrattato nel nostro paese possa avere ancora un forte appeal e ascendente sul pubblico e produrre pellicole che riescono a far tremare le ossa. Ma non solo, a rendere l’atmosfera ancora più interessante è la favolosa mostra fotografica di Sabrina Ardore che ci porta in un viaggio introspettivo verso ciò che più temiamo.

Phobias di Sabrina Ardore

La mostra fotografica che presenta i lavori di Sabrina ardore e che ha decorato le pareti della sala durante tutto l’evento prende il nome di Phobias. Non serve essere degli esperti grecisti per capire che il termine di derivazione ellenica indica proprio il sentimento della paura. E del resto cosa potrebbe essere più in tema in una serata in cui l’orrore porta avanti il suo stendardo?

Nyctophobia: the fear of the darkness - di Sabrina Ardone - Progetto Phobias

Nyctophobia: the fear of the darkness – di Sabrina Ardone – Progetto Phobias

Le foto di Sabrina sono tutti autoscatti, editati poi in digitale all’epoca in cui l’intelligenza artificiale non aveva ancora una realtà. Lo sfondo nero che accompagna la figura che si muove all’interno rappresenta quella sensazione oscura e soffocante che annebbia la mente nel momento in cui la paura prende il sopravvento sui nostri pensieri inghiottendo l’intera realtà intorno a noi lasciandoci in balia di quelle sensazioni che ci comprimono in uno spazio all’interno della nostra stessa mente in cui a stento siamo capaci di respirare e nel quale nessun supporto esterno è in grado di raggiungerci.

La mostra cattura per la sua espressività e la sua capacità di scavare a fondo nell’animo umano. Ognuno degli scatti racconta una storia a sé e si potrebbe parlare e scrivere per ore su come i vari elementi al loro interno possano essere letti e interpretati.  Ma a proposito di questo, pubblicheremo un approfondimento in un secondo momento.

Notte Horror – L’ora dei corti

La serata prosegue verso quello che è l’evento cardine ovvero quello della proiezione dei corti selezionati fra i numerosi inviati da tutto il mondo per il concorso istituito dal festival. Le pellicole sono un crescendo che esplora diversi strati dell’orrore.

Da l’unico italiano The Script di Piero Cannata che mette in tavola un susseguirsi di plot twist, passando per concetti più filosofici nel polacco Table 8 di Sander van Dijk che affronta il tema del sogno.

Più moderno è sicuramente lo speciale Laplace di Erim Sisman che affronta il tema attualissimo delle intelligenze artificiali. Cosa accadrebbe se una di esse cominciasse a interrogarsi su se stessa? Quale è il limite a cui possono questi algoritmi tendere? saremo allora davvero in grado di distinguere cosa è reale e cosa invece non lo è?

Making of "Maria José Maria".Com Eunice Correia. Photo by: Rute Leonardo

Making of “Maria José Maria”.
Com Eunice Correia.
Photo by: Rute Leonardo
© Maria José Maria

Una menzione speciale non può mancare al portoghese Maria José Maria di Chico Noras. La pellicola in bianco e nero ricorda le atmosfere di quegli horror che hanno fatto la storia. Con una profonda linea gotica troneggia introducendosi come una storia realmente accaduta.

Guglie, monasteri, un cadavere straziato e senza testa ritrovato fra le strade di Lisbona. E una giovane donna che si sveglia in preda alla follia scoprendo che sua madre non è più in casa. E il peso di un peccato terribile sulla sua anima.

Un ritmo che ricorda quello di un temporale che si avvicina facendovi sospettare di ogni volto fino all’epilogo della vicenda che per ovvie ragioni non vi sveleremo.

La fotografia aggiunge solo un ulteriore tocco che rende l’atmosfera più cupa grazie aut cast magistrale che porta in ogni volto una solenne espressività.

Riporta il colore i sala La Nueva di Ivan Villamel che ci porta in Spagna in un contesto scolastico che mette in opposizione una giovane insegnante e una classe di indisciplinati studenti con la propensione a bullizzare coloro che ritengono più deboli. Ma gli eventi possono prendere una piega inaspettata e forse, fra tutti, questo corto è quello che vuole lasciare una lezione proprio sul concetto di rispetto.

Le azioni posso avere conseguenze. La lezione qui verrà insegnata da una misteriosa entità, ma quello che è certo è che i protagonisti la porteranno incisa nella mente fino al loro ultimo battito.

L’apice viene però raggiunto dall’ultima pellicola, il tedesco O di Dominik Balkow, pellicola che per restare in tema di paure sconsigliamo enormemente a chi soffre di tripofobia. Il concetto apparentemente semplice parte proprio dall’immagine di un buco in una parete. Non servono parole, il film non ne ha. Il film vede emergere la follia che si lega all’ossessione e l’ossessione che diviene follia. Un unico elemento che diviene permeante, che si fossilizza, radica nella mente, che non lascia spazio alla logica. Una protagonista eccezionale il cui volto mostra le tracce di quel sentimento e di come esso cresca lentamente.  È un tipo di horror fortemente psicologico. Non lo spieghi, semplicemente lo senti scorrere lungo le linee neurali del cervello, pulsare contro le pareti della scatola cranica lasciandoti con gli occhi spalancati su quella circonferenza rotonda che aspira ossigeno e assorbe oscurità nell’eco sussurrato di un’oscurità senza fondo.

Speciale Fantascienza e concerto di fine serata

Prima di concludere è doveroso fare un accenno agli altri eventi della serata sebbene svincolino un po’ dal tema horror. Il primo è il seminario di Giovanni Covone, Pianeti Fantastici e Dove Trovarli, un viaggio straordinario nell’universo alla scoperta della relazione fra scienza e fantascienza e come molto spesso la fantasia sia riuscita ad anticipare la realtà.

Il professore ha incantato il pubblico del festival con una serie di esempi di dove il reale e l’immaginifico si sono incontrati. E del del resto come può un universo così vasto e sconfinato non lasciare lo spazio a qualcosa come la fantasia che a sua volta non conosce limiti.

Per chiuderà la serata il concerto dei Rusty Trombone ha portato un momento di musica così da alleggerire, ma nemmeno troppo i toni della serata.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.