Il sangue del vampiro è un romanzo scritto nel 1897, lo stesso anno dell’uscita di Dracula, scritto da Florence Marryat; scrittrice prolifica e dalla personalità particolare per il suo tempo.

Nata nel luglio del 1833, figlia del capitano Frederick Marryat, anche egli scrittore, e di Catherine Shairp. I genitori si separarono quando era molto giovane, perciò visse alternandosi tra le case di entrambi e studiando privatamente.

Nel 1854 sposò Thomas Ross Church, un ufficiale dell’esercito britannico in India, dove visse per 7 anni. prima di tornare in Inghilterra nel 1860.

Iniziò a scrivere per distrarsi dalle preoccupazioni e così nel 1865 pubblicò il suo primo romanzo, facendosi notare per le sue “storie luride di seduzione, omicidio, follia, sesso extraconiugale, incesto e gesta del demi-monde [1]. Era un’appassionata di spiritismo e scrisse tre saggi di spiritualismo, ma anche memorie, racconti, sketch teatrali, oltre che diversi romanzi.

Morì nel 1899.

Il sangue del vampiro è uno dei pochi suoi romanzi giunti fino a noi; infatti, si tratta di un’autrice poco conosciuta nel panorama italiano.

Curioso fu il fatto che questo romanzo, uscito lo stesso anno del Dracula di Bram Stoker, fu completamente dimenticato dopo la sua morte, probabilmente a causa della censura a cui era sottoposta per via della reputazione del padre; perciò, con il tempo venne rilegata ad una cerchia ristretta di lettori.

Il sangue del vampiro – Il romanzo

Il sangue del vampiro di Florence Marryat

Il sangue del vampiro di Florence Marryat
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Il libro parla di Harriet Brandt, una giovane ereditiera appena uscita da un convento in Giamaica, in cui ha vissuto da quando è divenuta orfana in giovanissima età.

Giunge ad Heyst e lì inizia a conoscere il mondo e a intessere dei legami.

Il libro scorre lentamente, con uno stile più vicino ai giorni nostri di quanto ci possa aspettare, per lessico e narratore, oltre che per una sintassi chiara e povera di orpelli.

Non si tratta di un libro di azione, pieno di colpi di scena o intrighi, ma un libro che mostra, tramite alcune esagerazioni, la società del tempo, con i suoi pregiudizi e le sue credenze.

Harrit è una protagonista vittoriana diversa dal solito. Una giovane donna che desidera amare, che sa quello che vuole nella sua innocenza di fanciulla dal cuore grande e generoso.

Sono vari i temi che vengono toccati: il razzismo, che giunge il suo apice in alcuni personaggi, l’ereditarietà del sangue, il pregiudizio con cui gli altri si velano gli occhi e le differenze tra genitori e figli, poiché i peccati dell’uno non possono ricadere sull’altro, così come il temperamento e l’indole non possono essere condivisi.

Il vampiro di Florence Marryat

A differenza dei suoi predecessori e dello stesso Stoker, il vampiro non è una creatura morta, bensì viva e vegeta, che non teme croci, aglio o la luce del sole.

Nel romanzo si possono trovare due tipi di vampiri: uno assetato di sangue e uno di vita.

La prima rappresentazione è data dalla madre di Harriet, nata in seguito al morso di vampiro durante la gestazione, diventando così un essere famelico, vorace, desideroso di sangue e non solo.

Erzsébet Báthory - illustrazione

Erzsébet Báthory – illustrazione

L’indole della madre è descritta come crudele, brutale, che apprezza la visata del sangue, apparento come un essere diabolico, quasi demoniaco.

La fanciulla invece, nonostante porti nel sangue quella maledizione, sottrae – inconsapevolmente – linfa vitale alle persone a cui si affeziona, ricordando molto un vampiro psichico. Harriet è aggraziata, sensuale e soprattutto diversa dalle donne che pullulano i salotti vittoriani.

È una donna fuori dagli schemi, di buon cuore e che desidera solo amare; tuttavia, il suo amore sembra essere veleno per gli altri, che piano piano appassiscono mentre ella fiorisce di vita.

Entrambe in ogni caso sono vive, respirano, invecchiano e muoiono, ma il sangue sembra essere il mezzo conduttore di questa maledizione, che si passa dai genitori ai figli, che non può essere spezzata in nessun modo, se non con la morte.

La Marryat rappresenta attraverso il suo vampiro la sua realtà, una realtà in cui i figli sono sempre legati alla reputazione dei genitori e sono costretti a pagare per i loro peccati. Una realtà che avrà probabilmente vissuto sulla sua pelle e che avrà voluto in qualche modo denunciare attraverso Harriet.

Secondo alcuni articoli trovati online, ella si sarebbe direttamente ispirata al Dracula di Stoker per costruire il suo personaggio, tuttavia lo vedo altamente improbabile.

I due romanzi escono lo stesso anno, in più parlano di due tipi di vampiri diversi: uno mortale e l’altro immortale. Inoltre, la vampira della Marryat è diversa dalla casta Mina, ma più simile a Lucy o Carmilla, sebbene Harriet sia circondata da un alone d’innocenza, spensieratezza, tipico di una giovane ragazza che sta ancora scoprendo il mondo e le sue bellezze.

Come ogni scrittore avrà preso spunto da scritti precedenti, per poi creare qualcosa di nuovo e mai visto prima d’allora.

Conclusione

Il romanzo ti rapisce, grazie ad Harriet ed i suoi occhi scuri e le due sinuose movenze.

Talvolta la narrazione ti porta a dubitare di lei, altre volte a compatirla, poi ad amarla, per rimanere prosciugato nel finale.

Si tratta di una storia che sa di sole, di salotti, di tè e lacrime, che non può non far battere il cuore o strapparlo dal petto.

[1] Andrew Maunder, The Blood of the Vampire (1897), Valancourt Books.

Autore

  • Olga Amelio

    Olga Amelio, studentessa di lettere moderne ed un'appassionata di libri, vampirismo e critica letteraria. La sua pagina Instagram miss_dracul è vetrina dei suoi interessi e del suo amore per la letteratura. Ama leggere e scrivere nel tempo libero, principalmente romanzi o saggi sul vampirismo, letteratura gotica, dell'orrore o gialli. Ha scritto un racconto intitolato "Il walzer della morte" pubblicato sul sito Mortuary Street