Aida degli Alberi è un film di animazione del 2001 prodotto da Lanterna Magica e Medusa Film. Con questo film proseguiamo con con una nuova puntata della nostra rubrica Memorie Dimenticate, alla scoperta dei piccoli capolavori dell’animazione.

Aida degli Alberi –Trama

Arborea, regno della grande foresta in cui si aprono grandi radure inondate di luce. Sugli alberi un popolo pacifico ha costruito le sue case di legno. Aida la coraggiosa figlia del re di Arborea, galoppa tra gli alberi della foresta a cavallo della dolce Goa. Ma l’armonia del regno è interrotta sempre più spesso, dalle violente scorrerie dei soldati di Petra alla perenne ricerca di schiavi. Petra, regno della dura roccia, di costruzioni imponenti e aggressive. Sulla città incombe il grande tempio di Satam, il dio della guerra e, tra i colonnati del tempio, si aggira la tetra figura di Ramfis, il gran sacerdote che ordisce malefici intrighi per scatenare la guerra tra Petra e Arborea.

Ma Radames, il figlio del generale dell’esercito di Petra, incontra la bellissima Aida e se ne innamora: insieme riusciranno a impedire il conflitto tra i loro popoli…

Intorno al contrastato amore tra Aida e Radames agiscono e si scontrano una moltitudine di personaggi: Satam, il feroce dio della guerra e il gran sacerdote Ramfis che tesse la sua tela per scatenare la guerra; il sempre affamato Kak, figlio del gran sacerdote e compagno di giochi di Radames; la capricciosa principessina Amneris e suo padre, Diaspron, re di Petra; Amonasro, re del popolo di Arborea e padre di Aida; Moud saggio generale dell’esercito di Petra e padre di Radames; il goloso coccodrillo Raz, dalle cui lacrime è possibile leggere gli eventi; il piccolo e tenero Gik e sua madre Goa, la dolce cavalcatura di Aida; Kanak, dromedario spaccone e destriero di Radames; il minuscolo Cameo dagli occhi sognanti…

Recensione

L’Aida degli Alberi è probabilmente un altro di quei film che ricordiamo io, il regista e sua nonna. Purtroppo non si è mai parlato molto di questo lungometraggio di animazione, nemmeno all’epoca della sua uscita. Il tema riprende quello di un grande classico di matrice verdiana, ovvero, l’Aida, appunto, seppure presenti notevoli differenze con l’opera prima. Alla regia abbiamo Guido Manuali.aida degli alberi poster

Un’Aida fantasy

Come abbiamo detto, L’Aida degli Alberi si ispira all’Aida di Giuseppe Verdi rivisitando l’intera vicenda in chiave fantasy. Non siamo più dunque nella calda terra d’Egitto, ma a Petra (da non confondere con l’omonima città della Giordania) dove la pietra e “l’industria” la fanno da padrone. Sul fronte opposto, invece dell’Etiopia, abbiamo Arborea dove la nature cresce solida e rigogliosa.

Così rivisitata, diventa dunque una metafora del mondo umano dove l’uomo distrugge ogni cosa con le sue macchine e i suoi palazzi, senza occuparsi della natura che così come la popolazione di Arborea viene repressa e resa schiava. Un messaggio attuale ancora oggi, e forse ci aveva visto giusto Manuali, tanto che se questo film fosse uscito in tempi più moderni e forse con tecniche diverse avrebbe riscosso non poco successo.

Ah, no, l’hanno fatto! Ci torneremo.

Riprendendo in mano l’opera di Verdi e il confronto con la storia animata. Restano ovviamente uguali i nomi di tutti i personaggi principali: Aida, Radames, i due sovrani, la principessa e il sacerdote. Cambia la divinità, nell’opera di Verdi era Iside, mentre in questo caso prende il nome di Satam. Inoltre vengono aggiunti nuovi personaggio, come il compagno d’armi di Radames, Kak, le diverse cavalcature. Chiaramente trattandosi di una rivisitazione per bambini cambia anche il finale, ma torneremo anche su questo punto.

Tecniche innovative e il caso Avatar

aida degli alberi posterLe atmosfere del film riprendono pienamente i due mondi descritti all’interno di essa. I colori di Arborea sono luminosi, vitali. Quelli di Petra molto più duri. In particolare se si guarda al tempio sotterraneo sono addirittura cupi. Inoltre all’interno dell’animazione, ed è il primo film in Italia a farlo, sono state miscelate scene di animazione “classica”, se così la possiamo chiamare, con tecniche di animazione 3D.

Il film resta comunque figlio del suo tempo, ma in ogni caso si tratta di un’ottima storia, con un perfetto stile grafico tanto che come abbiamo detto certo non teme concorrenza.

Ed è qui che torniamo, ricordandoci di un altro film che prende ispirazione dall’opera di Verdi: Avatar (2009) di James Cameron. Oltre alla trama, in realtà ci sono parecchie similitudini fra il film di Cameron e quello di Manuali. Tanto per cominciare c’è un confronto fra una società esmente modernizzata, dedita alla tecnologia in Avatar e all’industria nell’Aida confronto ad un’altra più naturale e rispettosa dell’ambiente. Il messaggio ambientalista, di fondo, è presente in entrambe le pellicole.

Parliamo poi del character design. Gli Arborei, così come i Na’vi hanno molte caratteristiche in comune. Entrambe le creature sono slanciate, hanno la pelle bluastra e occhi grandi. Per non parlare della lunga coda. Effettivamente anche la me più giovane aveva notato queste similitudini, tanto che aveva inconsiamente rifiutato Avatar che ho visto molti anni dopo l’uscita.

E con non poco orgoglio ammetto di preferire ancora Aida.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.