Ermal Meta nella giornata in cui è stato ospite al Giffoni53 ha tenuto all’interno della Sala Blu, una masterclass che è risultata una lezione di vita e incoraggiamenti per gli Impatto Giovani (si è aperta con un regalo dei ragazzi all’artista, che hanno cantato con lui un piccolo estratto di ‘Piccola anima’ alla chitarra).

L’artista è riuscito a catturare l’attenzione di tutti i giffoner presenti, che hanno ascoltato con attenzione le parole di uno dei cantautori più rappresentativi della sua generazione. “Chi scrive è una porta, che si lascia attraversare dalle idee”, ha detto l’artista nella cittadella del cinema.

Ermal Meta – Domani e per sempre

Ermal Meta parla del periodo di crisi che l’ha portato a non ‘partorire’ più musica. Al posto delle note, l’artista si è cimentato nella scrittura del suo primo romanzo, ‘Domani e per sempre’, edito da La Nave di Teseo.

Domani e per sempre di Ermal Meta

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Sono molto critico con me stesso. Quando non sento la forte pulsione che mi spinge a scrivere tendo a rimanere in silenzio. Sentivo comunque l’esigenza di continuare a creare, ormai non so fare altro. Nel 2020 ho così cominciato a scrivere questo romanzo, facilitato dal lockdown, in cui la musica s’è fermata per tutti.

Attraverso il racconto che vede in qualità di protagonista Kajan, piccolo talento del pianoforte, nato durante la Seconda Guerra Mondiale, Ermal apre le finestre su un pezzo di storia del suo paese d’origine, l’Albania, a cui da sempre è profondamente legato.

Tra le riflessioni profonde condivise dal cantautore/scrittore con i giffoner, anche quella molto realistica e umana riguardante il concetto di fallibilità:

Giffoni Music Concept, Giffoni53 Ermal Meta

Giffoni Music Concept, Giffoni53
Ermal Meta © Giffoni

Dopo tutti questi anni ho sempre paura di fallire, ma è umano. Quando ho iniziato a scrivere le prime canzoni le facevo ascoltare ai miei amici ma nessuno le comprendeva.

Da parte mia c’era la paura di mettermi a nudo e quindi cercavo di nascondermi nei testi, che erano incomprensibili. Poi ho iniziato ad aprirmi e a dire la verità, ed è questa che cattura le persone, sempre.

Incalzato da una giffoner sulla musica che è intesa come un veicolo di messaggi, Ermal Meta ha condiviso un interessante viaggio nel corso delle epoche, dagli anni ’50 ad oggi, ognuna caratterizzata da una corrente musicale diversa che ha saputo raccontare la realtà dei fatti che le persone vivevano e ritrovavano in ogni cosa:

Dal 2000 abbiamo smesso di provare a cambiare la società. Ora ci limitiamo a coltivare il nostro giardino. La musica oggi non può sostenere un’idea sociale, perché è proprio questa che non c’è.

In conclusione ha raccontato di quella “delusione terribile” che rappresentarono le accuse di plagio al Festival di Sanremo 2018, in cui vinse insieme a Fabrizio Moro con ‘Non mi avete fatto niente’, e poi ha parlato del futuro, oggi compromesso, che i giovani cercano di costruire:

Non fatevi fregare dall’infelicità degli altri. Non fatevi fregare dagli adulti che dicono che questa generazione non vale quanto quella di allora, perché loro non si trovavano davanti ad un futuro compromesso.

Siete voi che non avete un orizzonte davanti e dovete costruirlo da soli. Avete più coraggio voi dei giovani di quarant’anni fa.

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