Un film, un musical che nel 1975 fu un vero caso mediatico, nato da un flop, come una fenice è risorta dalle sue ceneri più forte e potente che mai. Amato e odiato ha cavalcato su decenni di successi divenendo oggi un vero e proprio cult di quegli anni. Dalla regia di Jim Sharman e dalla sceneggiatura di Richard O’Brian, ecco a voi The Rocky Horror Picture Show.

The Rocky Horror Picture Show – Trama

Susan Sarandon, Tim Curry, Barry Bostwick, Jonathan Adams, Nell Campbell, and Peter Hinwood in The Rocky Horror Picture Show (1975)

Susan Sarandon, Tim Curry, Barry Bostwick, Jonathan Adams, Nell Campbell, and Peter Hinwood in The Rocky Horror Picture Show (1975) © IMDB

Janet e Brad, due fidanzati molto pudichi, trovano rifugio da un temporale in un castello inquietante. Il non meno inquietante maggiordomo Riff Raff li introduce al padrone di casa, il Dr. Frank-N-Furter, abbigliato solo di tacchi a spillo, calze a rete, baby doll e guanti di pizzo. Sono capitati in un’occasione molto speciale: la convention dei trans-vestiti della Transilvania, il fatidico momento in cui Frank-N-Furter darà vita a Rocky, la perfetta creatura sessuale. I due fidanzatini sono sconvolti dai bizzarri personaggi che abitano il castello ma sono costretti a rimanere per la notte, che segnerà la loro iniziazione al sesso.

Recensione

Tra gli anni ’70 e gli anni ’90 i film hanno iniziato a prendere una piega sperimentale. Si diede inizio ad un modo diverso di raccontare una storia, che fosse un fantasy, una commedia o un horror, si premeva sull’acceleratore della rappresentazione, effetti speciali, musiche, dialoghi, tutto doveva essere il massimo nel genere.

Tim Curry in The Rocky Horror Picture Show (1975)

Tim Curry in The Rocky Horror Picture Show (1975)
© IMDB

Però, The Rocky Horror Picture Show appartiene a diverse categorie, è una commedia musicale, ha della fantascienza, è un horror, e questo film in particolare può creare una certa difficoltà nell’identificare un pubblico ben preciso di destinazione, anche perché fu il primo film a rappresentare una moltitudine di sessualità, oggi indicate con LGBTQIA+.

All’inizio non fu un immediato successo, anzi. Parliamo comunque degli anni ’70, le persone rimasero quasi scioccate dinanzi a tanta esibizione e sfrontatezza, poi accadde qualcosa. Le sale cinematografiche iniziarono a riempirsi e la gente tornò a vedere quello scandalo una e più volte, fino a quando non si sentì cantare, dai tanti posti a sedere, quelle stesse canzoni durante la proiezione.

Da qui ci fu il boom, anche i critici iniziarono a comprendere il film, ad andare oltre i balli, le canzoni e i dialoghi, finalmente tutti presero a comprendere il vero significato di questa opera cinematografica, al quanto bizzarra.

Tim Curry, Nell Campbell, Richard O'Brien, and Patricia Quinn in The Rocky Horror Picture Show (1975)

Tim Curry, Nell Campbell, Richard O’Brien, and Patricia Quinn in The Rocky Horror Picture Show (1975)
© IMDB

All’epoca gli attori non erano famosi come oggi, quindi tutti novellini di teatro, poco cinema ma per loro fu un trampolino di lancio come per Tim Curry, Susan Sarandon, Barry Bostwick e molti altri.

Come già anticipato la tematica principale è la sessualità, il protagonista Frank N-Furter, rappresenta e sprona tutti a essere liberi, a non sentirsi in colpa per le proprie stranezze, ad accettarsi per come si è, un argomento all’avanguardia che ancora oggi ci tocca in pieno e nella canzone “Don’t dream it, Be it” esorta proprio a vivere per come siamo, senza vergogna.

Ma facciamo un passo indietro, il film nasce dallo spettacolo teatrale di Richard O’Brien, presente anche nella pellicola ricoprendo il ruolo del maggiordomo Riff Raff, e in seguito diretto da Jim Sharman per il grande schermo.

Purtroppo o per fortuna non è mai stato doppiato in italiano, infatti è possibile trovarlo solo con sottotitoli. E già questo ha creato non pochi problemi per i traduttori, in quanto molti modi di dire americani cambiano di significato nella nostra lingua, infatti nel corso di questi cinquant’anni sono state effettuate tre revisioni a riguardo, anche se mostra ancora una serie di imprecisioni.

In conclusione

Che dire? Io ho amato questo film sin da ragazzina, nella mia ingenuità l’ho apprezzato per ciò che è, senza pensare al significato, per me era e ancora oggi lo trovo meraviglioso. I personaggi, coi loro costumi e il loro recitare, sono coinvolgenti e divertenti, le musiche ti entrano dentro e ti fanno cantare. Un horror ironico, uno spettacolo senza tempo vi sta spettando e non pensateci oltre, lasciatevi semplicemente trasportare dal folle dottor Frank N-Furter e da tutta la sua combriccola.

Buona visione a tutti.

Autore

  • Rubi Libri

    Leggo, scrivo e recensisco. Appassionata di arte, musica rock e moto; autrice di "Podcast Libri Emergenti" su Spotify e di "Interviste Tandem" su Youtube. Ho pubblicato diversi romanzi ora disponibili su Amazon.