Nel mondo, esistono una quantità davvero importante di piante velenose e tossiche per l’uomo. La Natura ci mette costantemente alla prova e protegge sempre se stessa. Dobbiamo imparare a conoscerla e avere abbastanza fiducia da metterci nelle sue verdi mani. Con questo nuovo articolo, scopriremo nuove piante velenose in modo da saperle evitare con attenzione.

Botanica per principianti (come me)

Come abbiamo precisato nel precedente articolo (Erbe e piante velenose: dall’aconito al tasso), il botanico studia la vita vegetale in tutti i suoi aspetti. Studia l’ambiente in cui le piante crescono e il modo in cui si sviluppano. Studia le cellule che le costituiscono e analizza le malattie e l’impatto dei prodotti chimici su di loro.

Ma quali erano considerati un tempo gli strumenti del buon botanico? A quali semplici oggetti possiamo affidarci per tentare in prima persona un approccio alle piante? Un botanico di tutto rispetto era solito portare sempre con sé:

  • un erbario di riferimento
  • un taccuino per annotare le proprie osservazioni o le proprie curiosità
  • una lente d’ingrandimento per approfondire l’ispezione delle piante, in particolare di fogliame e fiori
  • una buona macchina fotografica per archiviare ogni pianta
  • un paio di forbici da giardinaggio nel caso fosse necessario prelevare una piccola porzione della pianta
  • guanti da giardinaggio per non incorrere in punture di insetti o irritazioni
  • boccette o vasetti per la raccolta eventuale di semi

Non resta che recarsi in montagna, il miglior luogo per osservare e studiare la natura che ci circonda.
È ovvio che portare con sé questi strumenti non potrà mai renderci dei veri botanici; per quello servono anni di studio e pratica. Tuttavia, se siete appassionati di fiori e piante, e amate l’esplorazione della natura, avere in borsa questo piccolo kit di oggetti vi aiuterà ad ampliare le vostre conoscenze in materia.

Erbe e piante velenose

Il veleno o le sostanze tossiche si possono trovare in qualsiasi parte di una pianta: gambo, petali, fiori, corteccia, foglie, rami, radici, semi. È importante quindi saper riconoscere e distinguere una pianta dall’altra. Ecco di seguito alcune piante con elevata tossicità.

Bucaneve

bucaneveQuesto fiore è chiamato anche stella del mattino perchè è il primo a sbocciare anche quando la neve ricopre ancora il sottobosco. Secondo un’antica leggenda greca, dopo la triste sorte di Icaro, Dedalo decise di seppellirlo su una piccola isola del Mar Egeo, bagnando con le sue lacrime la terra intorno al cadavere. Ma toccando terra, il suo pianto si trasformò in fiori bianchi simili a lacrime: i bucaneve.

Secondo il linguaggio dei fiori, è ritenuto simbolo di speranza e consolazione, simbolo del passaggio dal dolore a un nuovo inizio. Tuttavia secondo la tradizione popolare, era anche un fiore portatore di sventura: segnava il presagio della perdita di una persona cara.

Tutte le parti del bucaneve sono velenose. Se per esempio si colgono i suoi fiori e poi ci si mette le mani in bocca, potrebbero insorgere cefalea e senso di nausea. Per gli interventi di potatura, è quindi necessario indossare guanti da lavoro. È tossico anche per gli animali.

Elleboro fetido

Helleborus foetidus

Vintage print describing Stinking hellebore plant botanical morphology: poisonous evergreen flowering plant grows spontaneous in fields and meadows, is cultivated as ornamental plant in gardens and parks for fine foliage and flowers

Il nome Helleborus deriva da un fiume greco che attraversava la città di Antkyra. Pianta molto velenosa, si tratta di un allucinogeno noto sin dall’antichità, molto difficile da dosare e manipolare. L’intera pianta emana un odore nauseabondo e i suoi fiori hanno un aspetto campanulato.

Essendo altamente tossico, l’utilizzo curativo dell’elleboro è caduto in disuso. Un tempo veniva impiegato come narcotico per le persone affette da malattia mentale, nonostante allo stesso tempo venisse considerato causa della malattia stessa. Alcune antiche pratiche popolari attribuivano proprietà magiche a questa pianta: si foravano le orecchie del bestiame e si faceva passare all’interno una radice di elleboro per proteggere dai morsi di serpente; si credeva potesse difendere da ogni pestilenza.

Ginestra

Cytisus scoparius, Common Broom

Encyclopædia Britannica, Public domain, via Wikimedia Commons

Questa pianta è molto conosciuta per i suoi brillanti fiori gialli e il profumo dolce e penetrante.

Nel Medioevo era considerata simbolo di protezione contro gli spiriti maligni e il malocchio. Ma il suo simbolismo si estende anche alla letteratura: nella Divina Commedia, Dante Alighieri la utilizza come simbolo di umiltà e rinascita spirituale.

Oggi è spesso associata alla bellezza e alla gioia, tuttavia ha anche un lato oscuro poiché in alcune culture è considerata presagio di sfortuna e morte; un aspetto forse legato al fatto che si tratta di una pianta officinale tossica. L’intossicazione da ginestra può avvenire se si ingerisce una parte della pianta, con conseguente insorgere di nausea, vomito, agitazione e ansia, ma anche deliri e allucinazioni.

Mughetto

mughetto

Hand drawn vector illustration of lily of the valley. Engraved herb for cosmetics, medicine, treating, aromatherapy, package design healthcare.

Pianta dagli adorabili fiori bianchi, il mughetto viene utilizzato come rimedio per rallentare e regolarizzare le contrazioni del cuore senza interferire sulla pressione arteriosa. Questo uso però deve avvenire sotto stretto controllo medico, poiché tutta la pianta è velenosa.

Secondo la tradizione pagana, l’arrivo della primavera veniva celebrato offrendo tre rami di mughetto alla persona amata e agli amici. In seguito, questa pianta veniva offerta come porta fortuna. In alcuni paesi europei esiste la credenza che il mughetto possa avvicinare l’uomo al cielo, aiutandolo a vedere il mondo in modo positivo per avere un futuro più luminoso. Nel linguaggio dei fiori, simboleggia la felicità e l’innocenza.

Trarre il meglio

La scienza moderna è ormai in grado di estrarre dalle piante tossiche i principi che potrebbero comunque fare del bene all’uomo. Siamo diventati in grado di estrapolare il meglio da ogni risorsa che la Natura sa offrire. Ogni pianta, se utilizzata con la giusta attenzione, può esserci di grande aiuto; perciò dobbiamo confidare negli studiosi che ogni giorno si applicano per trovare nuovi utilizzi.

E per quanto riguarda noi? Per non rischiare, suggerirei di usare le piante velenose a fini puramente ornamentali; mai sottovalutare il benessere che ci trasmette la semplice bellezza della natura!

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