Sigmund Freud è un personaggio che non mi ha mai particolarmente affascinato ma, data la sua importanza come figura storica e scientifica, ha catturato presto la mia attenzione con il nuovo telefilm uscito su Netflix.

Trama

In difficoltà con la carriera e la cocaina, Freud è coinvolto in un crimine raccapricciante e poi in un’esclusiva seduta spiritica guidata da una medium affascinate. Ma nulla è come sembra, nella sontuosa dimora dei coniugi von Szápáry, e presto il giovane Sigmund si troverà di fronte al più eclatante caso di ipnosi della sua vita.

Anteprima

Sigmund Freud fu un neurologo, padre indiscusso della psicoanalisi, convinto dell’esistenza di un “io”, dentro di noi, molto più grande di quanto pensiamo. La coscienza è compagna dell’inconscio, la parte di noi che non siamo in grado di controllare, che nasconde i nostri impulsi più primitivi e agisce nell’ombra.

La sua vita fu influenzata dall’uso della cocaina, a quei tempi ancora in fase di sperimentazione, che si scoprì solo più tardi creava una forte dipendenza.

All’interno di questo telefilm viene riportata la sua vita, il forte legame epistolare che aveva con la fidanzata e i suoi studi sull’ipnosi, sul potere benefico che poteva apportare alle vittime d’isteria.

Recensione

Freud è un personaggio a metà, un medico incredibilmente intuitivo e uno studioso folle. Quasi ossessionato dalle sue idee, si spinge sempre ai limiti utilizzando la cocaina come stimolante. È per puro caso, per l’insistenza di un amico, che si imbatte nell’ammaliante Fleur Salomé, quando partecipa a una seduta spiritica presso la dimora della famiglia von Szápáry, di origine ungherese.

Fleur si rivela essere qualcosa di diverso, un caso unico di dissociazione di personalità. Nella sua mente pare che prendano vita più di uno spirito, fomentati dall’utilizzo smodato dell’ipnosi avvenuta su di lei sin dalla più tenera età. Qualcosa si cela al margine dei suoi ricordi, qualcosa di oscuro che non vuole venire a galla.

Ho trovato perfetta l’interpretazione di Robert Finster nei panni di Freud, curata nei minimi dettagli; anche l’attrice interprete di Fleur ha fatto un lavoro eccellente. La trama è ricca di suspense, ha un ritmo incalzante e angoscioso, con uno sfondo psicologico davvero niente male. Ho ammirato molto anche l’accuratezza storica e il modo in cui viene dato un senso scientifico alle superstizioni.

Immagino che il regista volesse dare un’idea della vicenda come qualcosa di crudo, vivo e reale; qualcosa che può spaventare, che può portare oltre, perché a volte la scoperta scientifica richiede un salto nell’oscurità, nei contorti meandri dell’essere umano; e credo che sia riuscito molto bene nell’intento, visto il mix di violenza e pazzia che permeano un po’ tutto il telefilm.

È un viaggio, il viaggio di un uomo che cerca di dare un senso alla psiche umana, tentando di trovare le verità nascoste dietro a fatti inspiegabili, ad avvenimenti che paiono sconnessi fra loro. Dunque, mente aperta e cuore impavido per chi sceglierà di seguire Sigmund nelle sue scoperte.

Conclusione della prima stagione

Sophia e Viktor von Szápáry sembrano aver escogitato un piano infallibile per far crollare la monarchia, ma la mente spezzata di Fleur torna finalmente integra grazie all’aiuto di Sigmund, e le loro intenzioni vengono a galla.

È un finale quasi autoconclusivo, che non fornisce indizi su ciò che potrebbe aspettarci nella prossima stagione, anche se l’ispettore Kiss sembra avere ancora qualche conto in sospeso con il passato, e l’ipnosi indotta su di lui dall’inconscia Fleur sembra aver lasciato il segno.

Come proseguiranno gli studi di Freud? Ha davvero scelto di lasciar perdere l’ipnosi? O a questa sua teoria se ne aggiungeranno di nuove e ancora più introspettive? Spero in un buon seguito.

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