Scritto nel 1871, Vampiro è un racconto di Jan Nepomuk Neruda, l’ultimo ad appartenere alla sezione Unicum di Draculea.

I racconti di questa sezione fra cui Il sommaco, Negotium Perambulas e Il cuscino di piume rappresentavano tutti dei casi molto particolari di vampirismo. O piuttosto, creature che, pur essendo molto differenti, hanno coi vampiri alcune caratteristiche in comune. Con Vampiro di Neruda, ci avviciniamo in realtà già ad una idea più simile a quella cui siamo abituati. Ne parliamo qui di seguito nella nostra recensione e sul blog di Bloody Reader di cui vi consigliamo sempre l‘articolo.

Vampiro – Trama

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Draculea – Racconti e documenti di veri o presunti atti di Vampirismo
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L’io narrante e una famiglia di origine polacca sbarcano nell’isola greca di Prinkipo. Con loro vi è anche uno strano artista che trascorre la maggior parte del suo tempo a disegnare.

Recensione

Vampiro è l’unico nome con cui si scopre essere identificato l’artista. In realtà sul suo conto si conosce molto poco. Rispetto agli altri esempi che abbiamo trovato in questa sezione ha quantomeno un aspetto umano, tuttavia non sembra avere, per esempio, problemi nel vagare di giorno e non mostra mai di attaccare direttamente la sua vittima.

La vittima deperisce improvvisamente sebbene pochi istanti prima sembrava che la sua malattia stesse regredendo. Forse è il corso della malattia ad apparire bizarro, ma bisogna anche sottolineare come appaia ambigua la figura dell’artista.

L’uomo, come si è detto, non viene mai visto agire in alcun modo contro la giovane e allo stesso tempo ques’ultima non viene effettivamente mai lasciata sola tanto da poter essere vittima di un vampiro.

Vampiro o veggente?

Il nome Vampiro viene in realtà assocciato all’uomo perché tutti coloro che appaiono nelle sue illustrazioni perodno la vita poco dopo. Ma questo lo rende davvero il colpevole di tali atti? Per quello che ne sappiamo potrebbero esserci diversi motivi per i quali egli potrebbe prevedere le morti dei malcapitati.

Anche escludendo le ipotesi del caso, quindi, si potrebbe presupporre che l’uomo sia in grado di percepire il sopraggiungere della morte e questo aspetto ne farebbe dell’opera più una storia di fantasmi che un racconto dell’orrore.

Del resto la figura non sollecita alcuno spavento e né da previsione di essere qualcosa di diverso da un artista forse un po’ poco loquace.

Il vampiro della storia potrebbe in ogni caso esistere, ma in una forma diversa da quella dell’uomo in cui viene identificato, o in alternativa si potrebbe presupporre un’ipotesi del tutto diversa. Questo vampiro potrebbe non nutrirsi di sangue e anzi catturare l’essenza vitale delle sue vittime proprio attraverso la sua arte, ovvero nell’atto di trasferire la loro immagine su foglio.

Visto sotto questa prospettiva, il racconto diventa di gran lunga più interessante e forse è davvero una prospettiva da non sottovalutare. Del resto del significato esoterico dell’arte abbiamo parlato più volte e certo continueremo a farlo per la sua capacità di affascinare tanto la mente umana.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.