Il principe Alberico e la donna serpente è il primo dei racconti proposti dalla raccolta Ossessioni edita dalla casa editrice Alcatraz edizioni. Il racconto è una prima finestra sulla visione dei mondi creati da Vernon Lee e che fa quindi da introduzione quelle che saranno le aspettative successive.

Il principe Alberico e la Donna Serpente – Trama

Ossessioni di Vernon Lee

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Il giovane principe Alberico sin dalla tenera età è fortemente incantato da un antico arazzo presente nella sua camera. Questo rappresenta una scenografia ricca di foglie piante e animali e al centro di essa il suo antenato e omonimo Alberico I in compagnia di una dama che solo successivamente scoprirà avere una lunga coda di serpente.

Quando l’arazzo verrà rimosso dalla sua stanza la reazione di un giovane principe non si farà attendere. E a questa la conseguente risposta del nonno che lo spedirà in “esilio” in una vecchia torre. Ma sarà proprio qui che gli eventi si metteranno in moto.

Recensione

Sargent, John Singer; Vernon Lee; Tate;

Sargent, John Singer; Vernon Lee; Tate; John Singer Sargent, Public domain, via Wikimedia Commons

La scrittura di Vernon Lee è sicuramente peculiare. In questo primo racconto è già possibile vedere quanto ella nutra un profondo interesse nella descrizione dei particolari. L’ambientazione è ricca di dettagli sia per quanto riguarda il Palazzo Rosso di Luna, sia per quanto riguarda il vecchio Castello in cui il principe si trova poi a soggiornare. Ancora più dovizia di particolari è presente nella descrizione della casupola, in cui avverranno la maggior parte dei fatti, e dell’arazzo del quale è quasi possibile distinguere ogni singola figura.

Un altro elemento di grande interesse è la storiografia degli eventi. La Lee descrive la genealogia del casato di Luna quasi avesse attinto ad una lunga serie di fonti storiche su di esse. Tanto più ella riesce a incastrare eventi letterari e storiografici come quelli delle crociate e della Gerusalemme Liberata all’interno delle vicende della famiglia. Insomma non si può dire che la costruzione di un seppur breve racconto non abbia richiesto un certo numero di studi.

La donna serpente

Passiamo però a quello che più ci preme, ovvero la presenza dell’elemento sovrannaturale all’interno della vicenda. La Donna Serpente in verità non è un vero e proprio fantasma, piuttosto potremmo assimilarla a una degli appartenenti al popolo fae. Come apprendiamo dalla sua biografia, Vernon Lee ha viaggiato molto durante l’infanzia e questo le ha sicuramente permesso anche di venire a conoscenza di diversi miti e leggende che poi sono diventati parte delle sue storie e delle sue fiabe. L’elemento fantastico/fiabesco non è certo una novità all’interno dei suoi testi tanto più che ella si occupò anche di raccolte di fiabe popolari.

Lamia and the Soldier (1905). Oil on canvas, 144.7 x 90.2 cm (56.9 x 35.5 in). Auckland Art Gallery, New Zealand

Lamia and the Soldier (1905). Oil on canvas, 144.7 x 90.2 cm (56.9 x 35.5 in). Auckland Art Gallery, New Zealand © John William Waterhouse, Public domain, attraverso Wikimedia Commons

Della Donna Serpente non sappiamo tantissimo se non che ella si trova affetta da una maledizione che la costringe in una forma che non le appartiene. Il motivo per cui abbia subito questa metamorfosi è sconosciuto.

Nella storia della letteratura, le metamorfosi non sono un elemento nuovo. Fin da tempi antichi esse compaiono come la punizione o la ricompensa per alcuni atti compiuti dagli esseri umani. Per quanto riguarda invece la figura del serpente vi sono diverse creature che hanno una forma simile.

Se si pensa alla mitologia greca, ad esempio, bisogna ricordare che le prime sirene venivano appunto descritte con una coda di serpente. Sempre nello stesso pantheon possiamo inoltre ricordare creature come Gorgoni, di cui Medusa è la più famosa, e Lamie.

Nella mitologia indiana troviamo invece come figure similari i Naga, o meglio le Nagini, a cui si può associare alla protagonista della storia l’affinità con l’elemento dell’acqua.

Potremmo ora fare numerosi viaggi in numerose culture e scoprire diverse affinità con demoni e creature dalle sembianze simili a quelle della donna Serpente, ma il nostro viaggio si ferma per il momento qui ricordandoci solo di citare un’ultima opera, questa volta è italiana. È La donna serpente di Carlo Gozzi, una breve opera comica teatrale in cui un uomo sposa una fata che però qualora fosse stata contraddetta dal marito sarebbe incorsa nel destino di essere trasformata in una serpe.

La creatura e il giovane Principe

The poetical works of Thomas Hood. With a memoir of the author (1873)

The poetical works of Thomas Hood. With a memoir of the author (1873) Hood, Thomas, 1799-1845;Houghton, Richard Monckton Milnes, Baron, 1809-1885;Wordsworth Collection, No restrictions, via Wikimedia Commons

In questo racconto nello specifico non troviamo mai il punto di vista della donna serpente. Di lei quindi possiamo solo presumere quali che possano essere le sue intenzioni.

Per quanto invece riguarda il giovane Principe, sappiamo che ha nutrito un forte fascino verso la creatura sin da quando da bambino ne ha vista l’immagine sull’arazzo. Questa fascinazione, ossessione, cresce in lui mano a mano che si avvia verso l’età adulta. Del resto, la creatura non si mostra mai ostile nei suoi confronti che sia questo per puro tornaconto o meno. Non si può negare che fra i due si instauri un profondo legame. Che sia autentico o meno, frutto della magia o di un incantesimo, o che nasca da sentimenti reali e puri la sua assistenza è palpabile ed è il motore della storia.

I volti del soprannaturale: la religione, la superstizione e il mito

L’elemento sovrannaturale all’interno di questo racconto assume diversi aspetti a seconda del punto di vista di chi lo osserva.

Agli occhi di Alberico le ambientazioni, eventi e la Donna Serpente stessa hanno il gusto di una fiaba. La magia è affascinante e misteriosa, intrigante, non genera timore nel ragazzo che è invece fortemente attratto.

L’effetto contrario si può invece vedere in altri personaggi della storia. Il nonno prova una profonda repulsione per il quadro e per la piccola serpe che il ragazzo tiene sempre con sé. Il prete e i contadini sono restii perfino a raccontare la vicenda che riguarda Alberico I e la strana creatura. Si può quasi evincere che ne siano fortemente terrorizzati quasi appartenesse essa a un mondo demoniaco e innaturale dal quale è meglio tenersi lontani.

Tutti questi elementi si intrecciano e ci mostrano un femminile selvatico (nel senso originale del termine e cioè il latino silva silvae e quindi strettamente legato a un mondo naturale e boschivo) che sa incantare e affascinare, ma che viene anche temuto per questa sua duplice natura. Quale delle due versioni scegliere sta al lettore. E da qui il giudizio che si vuole dare alla natura della creatura stessa.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.