Il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico torna quest’anno a Giffoni, è per lui la seconda volta che si reca al festival e si rivolge ai Giffoner della Impact:

“Non siate indifferenti. L’indifferenza ammazza il dibattito della società. Nonostante tutto, le istituzioni sono fondamentali perché rendono possibile la nostra vita democratica.

E lo sono al di là della politica che si muove all’interno. Cerchiamo di essere costruttori sempre più forti di istituzioni democratiche che rappresentino noi stessi in questa Repubblica

Il caso Regeni

Sollecitato dai ragazzi, ha deciso di affrontare diversi argomenti, in un dibattito aperto, passando dalla politica alla partecipazione dei giovani alla vita democratica, si è espresso sui diritti umani e in particolare sul caso Regeni.

Sul caso di Giulio Regeni e dunque sul rispetto dei diritti umani, credo di aver fatto l’impossibile da Presidente della Camera. Sono una delle poche persone che può stare con la famiglia di Giulio.

Giulio Regeni potrebbe essere uno di voi. Non è un Paese che rispetta i diritti umani. L’Egitto è un Paese che reprima la libertà di pensiero. Al-Sisi rappresenta questa dittatura. Zaky, ha esclusivamente espresso un pensiero libero contro la dittatura”.

Fico, nel ricordare il lungo periodo di detenzione dello studente Egiziano iscritto all’Università di Bologna, sostiene che al-Sisi lo abbia “usato come carta di scambio per altre cose, studiando lui in Italia”.

Quanto a Regeni:

Per l’Egitto la questione è come se fosse chiusa, e invece ci sono quattro funzionari della loro national security che l’hanno arrestato e torturato in modo orribile per nove giorni e poi ucciso, e hanno anche cercato di depistare le indagini”.

Roberto Fico a Giffoni53

Roberto Fico a Giffoni53 © Giffoni

Fico approfondisce la vicenda raccontando dell’incontro con al-Sisi da presidente della Camera, si recò in Egitto per altre questioni, ma chiamò la famiglia per capire cosa si poteva fare per il ragazzo, sentendosi in dovere, in qualità di terza carica dello stato, di agire in favore di un concittadino.

Fico è rimasto indignato riguardo alle posizioni dei paesi e all’evoluzione del processo, bloccato dall’opposizione che l’Egitto fa rispetto al rilascio degli indirizzi dei quattro indagati:

 “A me fa molto arrabbiare che la postura che il nostro Paese spesso ha con questi governi, quindi riguardo ai diritti umani, è debole, troppo poco incisiva.

Capiamo tutti l’importanza di certi Paesi rispetto alle politiche migratorie, alle politiche energetiche, alla guerra e alle difficoltà nel Mediterraneo e anche rispetto al mercato e all’economia, ma non possiamo mai pensare che dall’altro lato noi non mettiamo sul piatto i diritti umani.

Non possiamo fare passi in avanti se non vengono rispettati i diritti umani. Penso che in alcuni casi può andare avanti con l’affermazione di altre cose vicino, ed è quello che secondo me nel nostro Paese avviene troppo, troppo poco.

Onu e unione europea

Non ha mancato di fare un riferimento al caso di Mario Paciolla (l’attivista di Napoli morto in Colombia durante l’esercizio delle sue funzioni di osservatore ONU dell’accordo tra governo colombiano e FARC), i cui genitori sono stati ospiti al Giffoni un anno fa:

“Qualche giorno fa ho partecipato con i genitori a una manifestazione a Napoli. Siamo sicuri che Mario non si è suicidato.

Abbiamo reticenze forti dall’Onu e abbiamo una procura, quella colombiana, che va per il suicidio. Stiamo cercando di chiedere ai nostri magistrati che saranno lavorando sul caso di non archiviare”.

Fico ha sostenuto la sua tesi, riguardo all’indifferenza dei giovani nei riguardi della politica:

“Ogni persona, soprattutto ogni giovane, non deve mai essere indifferente, l’indifferenza ammazza il dibattito nella società. Voi, dovete essere partecipi e attivi in tutti i dibattiti della società”.

Roberto Fico a Giffoni53

Roberto Fico a Giffoni53 © Giffoni

Molto fiducioso nella mentalità e nel coraggio della nuova generazione, il presidente ha tentato di smuoverli o meglio di spronarli e ispirarli affinché tutti i presenti della giornata – e non solo – diventino l’avanguardia che spinga la classe politica a fare del proprio meglio.

Un giorno, saranno i giovani a doverla sostituire e pertanto dovranno essere pronti all’arduo compito e forti nei loro ideali. Pertanto, Fico si è fortemente espresso a favore del voto agli studenti fuori sede e alla possibilità di votare nel luogo in cui studiano o lavorano. A suo parere:

La politica sta allontanando le persone perché, soprattutto a livello territoriale, può sembrare che il voto non porti cambiamento e sembra quindi inutile votare. Io dico che è utile partecipare al voto. E, dopo il voto, combattere per quello in cui si crede.

La disaffezione al voto nasce perché non si ritiene più la politica capace di cambiare le cose, il non voto è un voto politico, un dire ‘non voglio più credervi’”.

Si è espresso sull’Unione europea, quando gli è stato domandato se pensa di candidarsi al parlamento euro ha tagliato corto:

“In questi anni sono stato spesso a Bruxelles, a Strasburgo, conosco bene l’Europa e le sue istituzioni, ma in questo momento non ci sto pensando, non ho alcuno scoop da darvi”.

Rispetto dei diritti per tutti

E Fico, instancabile non manca neppure di riferirsi alle forze di governo, esprimendo le sue posizioni riguardo a destra e sinistra:

La destra, oggi, è destra-centro, Fdi è assolutamente destra e sono loro il partito principale della coalizione.

La capacità di unirsi alle elezioni” dei partiti di destra “nonostante forte i litigi interni che avvengono anche ora. Invece  la sinistra ha sempre avuto un dibattito interno più forte. Nel Pd , ci sono anche idee molto diverse.

A Napoli, terza città d’Italia, governiamo insieme al Pd”.

La sua speranza, espressa con grande coraggio e sincerità è quella di sostituire questa destra che lo trova contrario in ogni azione che fa. L’unione è invocata soprattutto quando si parla del rispetto dei diritti:

È nel momento della privazione che ti accorgi di come possano mancare la libertà e i diritti. E quando si parla di diritti è necessario che tutti siano uniti, e se una parte di politica attacca certi diritti è dovere dell’opposizione essere unita.

Diritti lgbtq+, lavoro migranti: le opposizioni devono essere unite. E su questi aspetti siamo uniti anche con il Pd”.

Roberto Fico a Giffoni53

Roberto Fico a Giffoni53 © Giffoni

Infine, un passaggio sull’uso dei social da parte della politica, affinché non usi questi strumenti come fanno gli altri settori della società. Non bisognerebbe essere superficiali, né tanto meno banali o accusatori, ma usare i canali con saggezza.

La politica sui social tende a cavalcare le polemiche del momento, ma dovrebbe essere più serie, avere un’etica nella comunicazione, altrimenti si continua a fare esclusivamente propaganda, al fine di raccogliere consensi. Per Fico, sui social, e non solo:

“Si punta spesso il dito contro l’avversario politico perché è più semplice e si ha più seguito. Invece, noi dobbiamo essere in grado di parlare di contenuti, di dire quello che vogliamo fare e vogliamo essere”.

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